
Un compleanno come ce ne sono pochi. Non solo per la veneranda età raggiunta, ovvero il traguardo dei cent’anni.
Ma anche perché a festeggiarlo è Quinto Brilli, storico giardiniere che ha curato il parco di Villa Toeplitz quando ancora apparteneva ai proprieteri che dettero il nome alla villa. E non solo quello, perché dopo una parentesi dovuta alla guerra e ad un trasferimento in Toscana, Brilli tornò a Varese (del resto, aveva sposato una varesina) e si dedicò a curare numerose ville signorili, tra cui Villa Mylius.
E sabato, circondato dal calore dei suoi figli e parenti, ma anche da tantissime persone, circa 70, Brilli, nato il 5 dicembre 1915, ha festeggiato il compleanno alla Locanda del Viaggiatore di Casbeno, a Varese.
A omaggiarlo era presente anche l’assessore al Verde pubblico Riccardo Santinon.
Quinto lo è di nome, ma anche di fatto, perché su otto fratelli nacque proprio per quinto.
“Ha iniziato a lavorare da giovanissimo a Milano – racconta la figlia Rita – dove è stato notato da Ingegnoli, proprietario di numerose serre, che gli ha insegnato il mestiere e lo ha valorizzato”. Quindi il trasferimento in provincia di Varese, dove è stato impiegato alle serre della Malpensa, un progetto voluto dal governo Mussolini.
Dopodiché, notato per la sua bravura da un ingegnere agronomo, Brilli è approdato alla tenuta dei Toeplitz, occupandosi soprattutto delle piante da frutto coltivate all’interno del parco. “Una cosa che mi incuriosisce – continua la figlia – è il modo in cui segnavano le pere. Applicavano dei foglietti a forma di T sul frutto sull’albero, in modo che una volta giunto il momento di raccoglierle, non avendo ricevuto la luce del sole, rimaneva impressa in maniera naturale la T dei Toeplitz. Non come le etichette di oggi”.
Quindi alla fine degli anni Trenta Quinto parte per il servizio militare. Al ritorno la caduta della famiglia Toeplitz, con la morte del proprietario, era già avvenuta.
Per Quinto si apre una lunga parentesi dal suo lavoro di giardiniere. Trova un lavoro in Toscana, come fattore a Treguanda, per la Cassa di Risparmio. C’è poi il richiamo alle armi per la guerra.
Alla fine tornerà a Varese, anche perché la moglie, una varesina di Sant’Ambrogio, Lina, non voleva stare lontana dalla sua terra. E qui ritorna alla sua passione. Prima a Travedona Monate, dove si occupa di frutteti, in particolare delle pesche (oggi le Pesche di Monate sono molto conosciute). Quindi il ritorno nella Città Giardino, dove lavorerà per numerosi proprietari di ville, dai Gervasini ai Cattaneo. Sarà Giardiniere di Villa Mylius.
Oggi ha cent’anni, ma fino a pochi anni fa, come racconta la figlia Rita, amava ancora lavorare e piantare i semi nella terra.