
Il centrodestra “va a pezzi” sulla Fondazione Molina. E lo scontro non riguarda solo quello sul presidente, tra Lega e Liberi per Varese (Forza Italia più Udc), ma è anche interno agli azzurri, sull’indicazione dei due nomi da inserire nel consiglio d’amministrazione.
Lunedì sera si è svolta una riunione cittadina, dove si è ribadita la candidatura di Christian Campiotti come presidente. E dove sono stati indicati, tramite votazione, i due nomi per il cda in quota Liberi per Varese: Leandro Ungaro ed Edoardo Paganini. Ma a contestare la scelta è il consigliere comunale azzurro Giacomo Cosentino.
«Non ho potuto partecipare alla riunione per motivi di lavoro – spiega Cosentino – ma all’ordine del giorno non c’era la discussione sul Molina. È stata inserita all’ultimo momento, come mi hanno riferito i partecipanti, telefonandomi in diretta. Un metodo, quello di inserire all’ultimo una votazione, inaccettabile. Non solo perché manca di rispetto nei confronti di chi ogni giorno lavora sul territorio per il partito, ma anche perché, come ho più volte detto pubblicamente, la partita era già stata decisa ad altri livelli, senza una vera condivisione. Basti pensare che dal livello provinciale è stato posto un veto su uno dei candidati, l’avvocato Eugenio Piccolo».
Quest’ultimo è in quota Orizzonte Ideale, l’associazione cui Cosentino fa riferimento. «Un veto che è stato posto senza motivarlo».
E il Pd torna ad attaccare il sindaco Attilio Fontana sul rinvio delle nomine.
«Il bando di gara per il rinnovo del cda della Fondazione Molina, dopo essere stato prorogato, è ormai chiuso da un mese e mezzo – scrivono il segretario cittadino Luca Paris e il capogruppo Fabrizio Mirabelli – come è noto sono pervenute 19 candidature. Avevamo chiesto, pubblicamente, al sindaco Fontana di procedere alla scelta dei membri del cda in maniera trasparente, privilegiando le competenze e le professionalità che tra questi nomi non mancano e coinvolgendo il consiglio comunale».
«Siamo dispiaciuti dal fatto di non avere ricevuto alcuna risposta da parte del sindaco ed ancora di più che questo imbarazzante empasse sembra essere causato, principalmente, dagli equilibri interni alla maggioranza di centrodestra e dalle pressioni delle segreterie politiche dei partiti che sostengono tale maggioranza, sempre più distante dai problemi reali dei cittadini e sempre più agonizzante – continuano – chiediamo pertanto al sindaco di liberarsi dal ruolo puramente notarile cui l’hanno confinato Lega, Forza Italia e Udc e di assumere, in piena autonomia e come gli consente la legge, la decisione, per esempio prorogando il cda attuale, che ha certamente i necessari requisiti di competenza e di professionalità, fino alle prossime elezioni.
Sarà il prossimo sindaco, ai sensi del vigente regolamento comunale per le nomine e dopo le elezioni amministrative del 2016, a dover confermare questa scelta che, evidentemente, è l’unica sensata da poter operare in questo momento, stanti i veti incrociati posti dai partiti della maggioranza all’attuale primo cittadino».