“Un prete conosce la verità”. Questo è scritto su un’agenda di Patrizia Bianchi, la supertestimone che ha riconosciuto la calligrafia di Stefano Binda portando al suo arresto per il delitto di Lidia Macchi.
Così riporta La Stampa di domenica 20 marzo, secondo cui la Bianchi avrebbe associato l’appunto ad un più lungo dialogo avuto con Binda proprio pochi giorni dopo l’omicidio della studentessa. Un sacerdote, dunque, avrebbe ricevuto la confessione del killer, rimanendo però vincolato al proprio segreto: e tale segreto è destinato a permanere in eterno qualora il prete in questione fosse don Serafino, lo storico parroco di Brebbia venuto a mancare tre anni fa.