Venerdì 24 novembre sarà il Black Friday, che corrisponde al giorno americano successivo al Giorno del Ringraziamento, nel quale parte ufficialmente lo shopping natalizio.
Tale giornata è univocamente considerata come un termometro sullo stato di benessere dei consumatori e su come potranno andare le vendite invernali.
Facciamo sì che possa diventare anche un faro puntato sui diritti del lavoro, il termometro della garanzia di adeguate condizioni di lavoro!
In Italia, il giorno degli acquisti furibondi si rivolge soprattutto alle piattaforme online, tanto che Amazon.com ha deciso di aprire le scontistiche per tutta la settimana.
Se dovessi decidere di fare il tuo il tuo click di acquisto, ricordati che i diritti dei lavoratori non devono né possono essere messi in saldo, da nessuno.
Non è sopportabile che piattaforme digitali come Amazon, l’emblema dell’acquisto facile e moderno dal desk del computer o del cellulare, che ha un giro d’affari di oltre 30 miliardi di dollari, abbia poi nei capannoni delle periferie della nostra provincia lavoratori di cooperative in subappalto del subappalto, con contratti rinnovati anche ogni 15 giorni, che fanno ogni giorno 12 ore di lavoro effettivo vedendosene riconosciute (e quindi retribuite) solo 8, con ore straordinarie non sempre pagate e giorni di riposo inesistenti.
Le aziende devono saper dimostrare rispetto per il lavoro, per i lavoratori e le lavoratrici, poiché, in questa epoca di lotta al ribasso e di competizione mordente dettata dalla crisi, non possiamo accettare che la competitività di una grande azienda pesi sulla condizione dei propri dipendenti!
Se è vero che a Natale siamo tutti più buoni, facciamo che nel Black Friday siamo tutti più giusti.