E’ morto Andrea Camilleri. “Se potessi, vorrei finire la mia carriera seduto in una piazza a raccontare storie e alla fine del mio cunto passare tra il pubblico con la coppola in mano”. Così rispondeva Andrea Camilleri a chi gli chiedeva come mai a 93 anni non si fosse ancora deciso ad andare in pensione. “Le condizioni sempre critiche di questi giorni si sono aggravate nelle ultime ore compromettendo le funzioni vitali. Per volontà del Maestro e della famiglia le esequie saranno riservate. Verrà reso noto dove portare un ultimo omaggio”, si legge nella nota.
Andrea Camilleri è deceduto all’ospedale Santo Spirito di Roma. Ricoverato il 17 giugno scorso in seguito a un arresto cardiaco che lo ha colpito in casa, non ha mai ripreso conoscenza. Dal momento in cui era giunto su un’ambulanza del 118 in pronto soccorso – e immediatamente rianimato – è sempre rimasto legato a una macchina, “In assistenza ventilatoria meccanica e supporto farmacologico al circolo“, hanno ripetuto i bollettini medici, senza mai concedere accenno di ottimismo. La speranza che potesse superare gli effetti la crisi cardiaca era parsa subito vana, dietro quella necessaria formalità di un sintetico e freddo bollettino ufficiale ospedaliero.
Camilleri aveva 93 anni: nato il 6 settembre 1925 a Porto Empedocle, nell’agrigentino, ha esordito nella narrativa nel 1978. Nel 1994 pubblica La forma dell’acqua, primo romanzo poliziesco con il commissario Montalbano. Camilleri diventa un autore di grande successo e i suoi libri, ristampati più volte, vendono mediamente intorno alle 60 000 copie, anche se non tutti trovano il consenso unanime della critica che lo accusa di essere a volte ripetitivo. Dal 1995 al 2003 si amplia il fenomeno Camilleri, che di fatto esplode nel 1998. Titoli come Il birraio di Preston (1995) (quasi 70.000 copie vendute), La concessione del telefono e La mossa del cavallo (1999) vanno a ruba, mentre la serie televisiva su Montalbano, interpretato da Luca Zingaretti, ne fa ormai un autore cult.
Nel 2010 per la collana La Memoria di Sellerio escono i successivi romanzi di Montalbano, La caccia al tesoro e Il sorriso di Angelica, ai quali si affianca un terzo romanzo, Acqua in bocca, pubblicato da Minimum fax. Scritto insieme con Carlo Lucarelli nella forma epistolare già sperimentata con successo ne La scomparsa di Patò, il romanzo vede per la prima volta il commissario Montalbano interagire con un altro investigatore letterario, l’ispettore Grazia Negro creata appunto da Lucarelli.