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Il tradizionale corteo del primo maggio quest’anno sarà “dirottato” da Varese a Malpensa, e la manifestazione provinciale, chiamata per l’occasione “Torniamo a volare”, sarà tutt’uno con quella regionale. La scelta del luogo non è casuale, e i sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil hanno voluto declinarla come la loro chiara indicazione delle priorità rispetto al caso-Malpensa, con il ridimensionamento che rischia di infliggere il colpo di grazia all’aeroporto nord-milanese, e rispetto al precedente di Sea Handling, anche questo un nodo ancora tutto da sciogliere.
Il raduno è fissato alle 9.30 alla Porta 1 degli arrivi del Terminal 1. Da lì, alle 10, partirà il corteo che attraverserà il terminal fino a raggiungere l’area antistante l’entrata della stazione ferroviaria, al parcheggio P3, dove sarà allestito il palco. Per raggiungere lo scalo aeroportuale sono stati organizzati dei pullman in partenza da Varese, Gallarate, Busto Arsizio e Saronno, con rientro previsto alle 11.45 da Malpensa. Arrivando in macchina basterà prendere la corsia che porta al Terminal 1, “puntare” verso la torre di controllo Enac mantenendo la destra finché sulla sinistra non si troverà il parcheggio dei taxi; proprio di fronte, quindi alla propria destra, si troverà la palazzina sindacale dietro la quale c’è un grande parcheggio che giovedì sarà messo a disposizione gratuitamente.
L’ipotesi del ridimensionamento di Malpensa d’altra parte mette in crisi la tenuta del mercato del lavoro sul territorio in un contesto occupazionale già profondamente ferito com’è quello in provincia di Varese. «La situazione è drammatica e sta ancora peggiorando», non esita a dichiarare Umberto Colombo, segretario generale della Cgil Varese.
I dati parlano chiaro. Dall’inizio del 2014 c’è stata una leggera diminuzione della cassa integrazione ordinaria rispetto all’anno precedente ma al contempo un forte aumento di quella straordinaria e in deroga. Varese poi ha segnato nel primo trimestre dell’anno il più alto utilizzo di ammortizzatori sociali della Lombardia con un peggioramento rispetto al 2013. A chiudere il quadro, le liste di disoccupazione: risultano attualmente 35 mila iscritti tra persone che hanno perso il lavoro e disoccupati che non riescono a ricollocarsi, mentre sarebbero addirittura 11 mila i nuclei familiari senza reddito in base all’ultimo censimento Istat.
“In quest’ultimo dato rientrano anche le persone singole – spiega Colombo – e riteniamo che vi sia compreso qualche illecito di lavoro in nero, ma sui 35 mila disoccupati “ufficiali” riteniamo addirittura che il dato sia sottostimato. Diverse persone soprattutto avanti con gli anni non riescono a reinserirsi nel mercato del lavoro”. Per questo i sindacati Cgil, Cisl e Uil chiedono alla Regione di rifinanziare gli ammortizzatori sociali per il 2014 e di predisporre dei seri percorsi di formazione.
“Dopo sei anni di crisi pesante abbiamo deciso di “tornare a volare” – spiega Roberto Pagano, segretario generale aggiunto Cisl dei Laghi – significa che la nostra provincia deve decollare insieme agli aerei: se volano gli aerei anche le imprese torneranno a investire sul nostro territorio. Lo sviluppo di Malpensa condiziona pesantemente il nostro futuro perché c’è una maglia stretta che lega il tessuto produttivo della provincia di Varese al suo aeroporto”.
I sindacati non a caso hanno sempre posto particolare attenzione all’aeroporto e negli ultimi tempi alla vicenda di Sea Handling. “Celebrare il primo maggio a Malpensa vuol dire esprimere una forte vicinanza ai suoi e a tutti i lavoratori – sottolinea Antonio Albrizio, segretario generale Uil Varese –: in quella trattativa si aprono le questioni del precariato e delle cooperative. La nostra presenza nella festa del lavoro indica che intendiamo riportare al centro questo tema”.