
Non è bastata la lettera rivolta ai giovani da parte dell’arcivescovo di Milano in cui sottolineava l’importanza di questo gesto “Non cambierà tutto in una tornata elettorale. Ma certo con l’astensionismo non si cambia niente! […] A 18 anni è il tempo opportuno per guardare al futuro personale. […] Diventare adulti e cominciare ad esercitare le responsabilità è invece motivo di festa perché dà la fierezza di essere utili, di contribuire al bene degli altri, di mettere mano all’impresa di rendere migliore il mondo.”.
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I giovani di oggi non hanno dimostrato grande interesse per le prossime elezioni, perchè non stimolati dalle proposte elettorali e increduli davanti alle grandi promesse fatte dai partiti “I partiti non servono a nulla”.
Questo è il pronostico che a più di un mese dall’apertura delle urne si apre. La notizia pubblicata sul quotidiano Il sole 24 ore riporta i dati dell’Istituto di ricerca Demopolis “il 48% degli under 25 non è intenzionato a esercitare il suo diritto di voto. Si tratta solo di una stima, ma calata nei fatti equivarrebbe a numeri da allarme: 2,3 milioni di astenuti sui 4,8 milioni di cittadini nella fascia 18-25 anni conteggiati dall’Istat. La media supera di netto il tasso del 37% registrato nel resto della popolazione”.
Il motivo di questo poco interesse verso la politica del futuro, come spiega il direttore di Demopolis è dovuto a “una profonda sfiducia nei partiti e alla convinzione che la politica non sia in grado oggi di incidere sulla vita e sul futuro delle nuove generazioni”. Tutto questo perché più del 50% delle famiglie dei votanti è deluso per i vecchi cartelli elettorali, delusione che viene passata di conseguenza anche a chi non ha mai votato in prima persona.