
Il 17 gennaio si celebra la Festa di Sant’Antonio Abate, conosciuto anche come Grande d’Egitto, del Fuoco, del Deserto o l’Anacoreta che fondò il monachesimo cristiano, fu eremita e il primo abate.
La tradizione vuole che a Varese, nella serata del 16 gennaio, venga acceso il Falò sul sagrato della Chiesa in piazza Motta, dove è usanza gettare messaggi con propositi, desideri o richieste di intercessione: pensieri che devono restare segreti, perchè si avverino.
Si dice che Sant’Antonio ritrovi oggetti: Sant’Antoni dalla barba bianca famm’ truà che’l che ma manca – Sant’Antoni du’l purscel famm’ truà propri che’l
Si dice anche che Sant’Antonio propizi le unioni: Sant’Antoni gloriös fee che troeuva an mì ‘l mè spos – Lasemm minga sola in lett Sant’Antoni benedett!
Si dice che Sant’Antonio propizi le nascite: Sant’Antoni gloriös fee ch’el primm el sia ‘n tos ma fuss anca ona tosetta la sia semper benedetta!
Nei secoli scorsi, inoltre, il suono delle campane nel pomeriggio del 16 gennaio ricordava alla città la distribuzione del pane ai poveri, dono delle famiglie facoltose.
Sant’Antonio è considerato anche il protettore degli animali domestici, tanto da essere solitamente raffigurato con accanto un maiale che reca al collo una campanella. Il 17 gennaio tradizionalmente la Chiesa benedice gli animali e le stalle ponendoli sotto la protezione del santo. E’ proprio in questo giorno che sul sagrato della chiesa di Varese ha luogo la benedizione degli animali. Un tempo nelle stalle si ponevano le ceneri del falò, il sale benedetto durante la festa e l’icona del Santo, a protezione degli animali. Sant’Antonio protegge chi ha a che fare col fuoco e gli animali domestici, è Patrono di panificatori, salumai, macellai, contadini e allevatori.