25 Aprile, il sessantanovesimo anniversario della Liberazione a Varese

La Messa in suffragio dei partigiani caduti, il corteo lungo il centro storico e quindi il momento istituzionale in Sala Montanari. Tutti i momenti delle celebrazioni a Varese. GUARDA LE FOTO

25 Aprile 2014
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Esponenti istituzionali

Un 25 Aprile molto vissuto, anche se con pochi giovani. Le celebrazioni di questa mattina per il sessantanovesimo anniversario della Liberazione si sono svolte alla presenza delle autorità locali e di Angelo Chiesa a nome della Federazione Associazioni Partigiane, e con la presidente cittadina di Anpi Alessandra Pessina.

Presenti anche le più alte cariche istituzionali e delle Forze dell’Ordine, il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, il prefetto Giorgio Zanzi, il presidente del Tribunale Vito Piglionica, il questore Francesco Messina, il comandante provinciale dell’Arma dei Carabinieri Alessandro De Angelis, il comandante provinciale della Guardia di Finanza Antonio Morelli, il presidente del consiglio regionale Raffaele Cattaneo, il sindaco Attilio Fontana e le altre autorità. Un momento che ha visto un’ampia partecipazione da parte delle persone. Alle 8.30 i partecipanti si sono trovati in basilica a San Vittore per la Santa Messa in suffragio di tutti i partigiani caduti, in seguito alla celebrazione il corteo è partito per le vie cittadine: piazza San Vittore, Arco Mera con la deposizione della prima corona, corso Matteotti, piazza Monte Grappa, via Volta,  via Manzoni, piazza Repubblica con la seconda deposizione della corona al Monumento ai Caduti, via Avegno, via Cavour, largo Resistenza con l’ultima deposizione della corona, fino all’arrivo all’auditorium civico in Sala Montanari.

Ha accompagnato i partecipanti la banda musicale “Giuseppe Verdi” di Capolago.

La manifestazione è proseguita con la partenza alle 12.45 dalla stazione dello Stato in piazzale Trieste per partecipare alla manifestazione nazionale di Milano.

Le dichiarazioni:

Fontana: “Ringrazio tutti i presenti e soprattutto i cittadini. Mi spiace vedere così poche persone e soprattutto così pochi giovani. Evidentemente un’altra colpa che ci dobbiamo attribuire è non essere riusciti a far capire che i valori di democrazia, libertà e giustizia si devono conquistare giorno dopo giorno e una volta conquistati non si devono considerare dati per assodati.
Questa giornata deve essere punto di riferimento a cui guardare per far risorgere i valori sui cui è fondata la nostra società. Stiamo vivendo un momento difficile, ci rendiamo conto che troppe persone hanno perso il posto di lavoro, e troppi giovani non hanno prospettive, vengono nei nostri uffici a chiedere aiuto. Viviamo soprattutto crisi di perdita di credibilità della politica. Dobbiamo cercare di riconquistare la credibilità e dimostrare che la politica va intesa come servizio a favore della collettività”.

Chiesa: “La resistenza è stata una poderosa risposta politica e sociale all’occupazione tedesca. Da allora è passato molto tempo e se ne ricordano solo pochi anziani presenti. La conoscenza di quegli anni non è molto diffusa, quando non è volutamente ignorata. Sembra quindi avverarsi il pericolo segnalato da Tomhas Mann, quando si domandava se sarebbe stata vana la fede, la speranza e la volontà della gioventù europea che si è opposta allo scempio dei propri paesi? No. Ci vuole l’integrazione tra gli Stati e tra i popoli. Un processo di unità europea è stato avviato nel dopoguerrra ma l’Europa si è molto allontanata dalla prospettiva che animava la Resistenza europea”.

Cattaneo: “Il 25 Aprile è un’eredità comune che va ricordata, rivolgendo il pensiero a coloro che hanno sacrificato la vita per la libertà e la democrazia. Dobbiamo ricordare a quale prezzo abbiamo conquistato la libertà e la pace, perché se ce ne dimenticassimo saremmo destinati a perderle. È importante celebrare questa ricorrenza senza incorrere in inutili strumentalizzazioni politiche perché la festa del 25 aprile è, senza dubbio, la festa di tutti gli italiani”.

 

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