
Manca un anno e mezzo alle prossime elezioni comunali. E l’attuale amministrazione di centrodestra, che già si trovava in difficoltà nel portare avanti il proprio programma, appare indebolita dal recente rimpasto di giunta, che ha avuto come esito la “cacciata” di Ncd e l’ingresso dell’Udc.
La nuova coalizione Lega, Forza Italia e Udc non sembra mostra una particolare coesione interna, né tantomeno un’unità di intenti. Basti pensare al “compromesso” siglato tra i partiti per conferire all’assessore centrista Mauro Morello la carica di vicesindaco, ovvero quello di aspettare che venga creato il gruppo unico “Liberi per Varese“.
Sempre che la Lega non ponga anche successivamente qualche ostacolo. E che si trovi l’accordo sulla presidenza della Fondazione Molina, altro tassello in questo “risiko” che si sta consumando nelle stanze dei bottoni di Varese.
Il dato che già oggi, in vista del 2016, appare probabile, è che il centrodestra, che governa Varese da oltre vent’anni (con qualche variazione nella composizione delle varie alleanze), si presenterà alle prossime elezioni nel suo momento storico di maggior debolezza. La scarsità di risultati e le lentezze amministrative, la nascita di comitati apolitici ma che spesso vedono persone provenienti proprio dalla parte politica di centrodestra, sono il segno evidente dell’incapacità generale (con qualche eccezione) della classe politica ad interpretare e risolvere le istanze che arrivano dai cittadini.
Al contrario, il Partito democratico di Varese non si sta “lacerando” in lotte intestine, nonostante la segreteria cittadina sia di “provenienza” bersaniana e quella provinciale renziana. E perlomeno dall’esterno appare unito e “produttivo” in un lavoro di ascolto e condivisione di diverse tematiche con la città. I gruppi di lavoro lanciati dal segretario cittadino Luca Paris, che sono in piena attività, ne sono la dimostrazione.
Mentre il centrodestra si divide e si logora al proprio interno, il centrosinistra lavora già al programma elettorale con ampio anticipo, ben sapendo che numericamente la vittoria potrà arrivare anche dal coinvolgimento di soggetti civici, che potranno diventare liste in una coalizione. E, successivamente, la coalizione potrebbe anche “arricchirsi” di quei soggetti lasciati fuori dal centrodestra. L’elettorato più di sinistra storcerà il naso. Ma, come ha dimostrato il recente esempio per la Provincia di Varese, una coalizione di “larghe intese” può vincere su un centrodestra quasi al completo, cui manca anche solo un soggetto.
In passato, è successo che, per timore di perdere, sono state ricucite anche divisioni che sembravano definitive. Il centrodestra, in particolare, ha abituato gli elettori italiani e varesini a questo “gioco delle parti”. Ma oggi la stanchezza e la spossatezza che lo stesso elettorato prova nei confronti di una proposta politica che appare sempre meno credibile potrebbero far crollare definitivamente il consenso del centrodestra. Mentre il Pd, tutto sommato, appare tenendo conto dei tempi e del suo avversario, più propositivo e vivace.
Marco Tavazzi