Varese, Cosentino (Forza Italia) contro la cittadinanza agli stranieri: «Meglio pensare all’emergenza lavoro»

Il consigliere comunale forzista e membro della direzione nazionale dei giovani di Fi richiede alle forze politiche un’approfondita riflessione per non

26 Ottobre 2014
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Cosentino

«La cittadinanza agli stranieri non è assolutamente una priorità». Giacomo Cosentino, componente della segreteria cittadina di Forza Italia, entra nella discussione che sta infiammando la politica nazionale in questo periodo, e sottolinea la necessità di dare priorità al lavoro e non a modifiche volte e facilitare gli straniere a ottenere la cittadinanza italiana.

In merito alla discussione politica circa la modifica delle norme relative alla concessione della cittadinanza agli stranieri, interviene Giacomo Cosentino, membro della direzione nazionale dei giovani di Forza Italia e componente della segreteria cittadina di Varese: «Credo che in questo periodo difficile, in cui milioni di persone sono rimaste a casa dal lavoro e non hanno soldi per comprare i libri di scuola ai propri figli, non sia prioritario mettere al centro della discussione politica la tematica relativa a modifiche volte a facilitare l’ottenimento da parte degli stranieri della cittadinanza italiana. Ciò premesso, entrando nel merito della discussione, concordo che il mondo è cambiato e bisogna adeguarsi allo scenario internazionale ma stiamo attenti a non svendere il diritto di cittadinanza: è necessaria un’approfondita discussione che porti a stabilire un serio percorso educativo, culturale e sociale a seguito del quale si possa valutare la concessione o meno di tale diritto». Conclude Cosentino: «A mio parere, oltre ad un ciclo scolastico per accertare che lo straniero si sia integrato, abbia conosciuto la nostra storia ed apprezzi la nostra civiltà, è necessaria una valutazione più approfondita, magari dando la competenza ad organi collegiali predisposti alla valutazione e, in ogni caso, credo che il criterio di un periodo prolungato di permanenza nel nostro Paese debba restare».

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