Nuova moschea, la comunità islamica annuncia ricorso. Cosentino (Forza Italia): «Non è una priorità»

I musulmani varesini intendono rivolgersi in Tribunale per il mancato inserimento nel Pgt di un luogo di culto a loro dedicato. Il centrodestra fa le barricate

09 Gennaio 2015
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Da sinistra Giacomo Cosentino e il sindaco Attilio Fontana

In merito all’eventuale ricorso della comunità islamica varesina contro la decisione dell’amministrazione comunale di non inserire nel piano di governo del territorio la previsione di una nuova moschea/centro culturale a Varese, interviene il consigliere di Forza Italia Giacomo Cosentino: “Nel caso specifico, dopo un’attenta discussione in merito alla proposta della comunità islamica per la costruzione di una nuova moschea, avevamo rilevato in primis la mancanza di requisiti tecnici legati all’area che ci era stata indicata. La costruzione di una nuova moschea non è una priorità per la Città di Varese, esiste già un centro culturale ben organizzato che consente ai fedeli di aggregarsi e di esercitare liberamente il proprio culto, anche se spesso reca disagi ai residenti nelle zone limitrofe causati (ad esempio a causa del parcheggio in divieto di sosta delle auto)”.

Continua Cosentino: “La spesa per la costruzione non era a carico del Comune di Varese ma della stessa comunità islamica, a tal proposito bisognerebbe approfondire da dove provengono tali finanziamenti e come vengono gestiti questi luoghi.  La religione musulmana merita molto rispetto ma ci sono stati troppi casi in Italia in cui le moschee venivano usate come luoghi in cui venivano fatti pericolosi proselitismi e le indagini delle forze di polizia certificano quanto affermo, la situazione va tenuta sotto controllo. Al momento dobbiamo concentrarci sulle priorità della Città tra cui la tutela del diritto alla casa per le famiglie che restano senza un tetto sotto il quale dormire, procedere con la riqualificazione delle periferie, sistemare gli impianti sportivi, asfaltare le strade, dotare la Città di nuovi parcheggi e cosi via”.

E quindi: “Sicuramente i fatti di Parigi hanno confermato l’esistenza dell’emergenza legata al terrorismo islamico però non si può generalizzare, io stesso conosco persone di religione musulmana che nulla hanno a che vedere con forme estremiste. Per affrontare questa situazione ed evitare che se ne creino altre, mi auguro che i partiti, in primis il mio, non si limitino ad esprimere solidarietà ed usare parole di circostanza, ma avanzino proposte molto chiare e forti per reagire: sul fronte sicurezza, oltre all’intensificazione dei controlli nelle moschee e al blocco di nuove costruzioni, si ripropongano controlli nelle strade delle nostre Città effettuati anche con l’uso dei militari, si blocchi una volta per tutte l’immigrazione selvaggia e si incrementino le risorse destinate all’intelligence militare e alle forze dell’ordine.
È necessaria anche una forte risposta culturale:  dobbiamo difendere a spada tratta i dei nostri valori, le nostre tradizioni e la nostra cultura, che ha radici millenarie e che è frutto di sacrifici dei nostri Padri; non si deve mai più levare un presepe o togliere un crocifisso da una scuola per paura di offendere altre religioni. Questa è casa nostra e queste sono le nostre radici, integrazione per me vuol dire che chi viene in Italia deve rispettarle, adattarsi ed accettarle altrimenti fuori.”

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