Varese ha un nuovo regolamento per le cittadinanze onorarie. E il primo effetto delle nuove norme è quello di “revocare” il titolo di varesini onorari a Benito Mussolini e Giuseppe Garibaldi. Questi i nomi più noti, e sui quali è stata fatta più polemica, nella liste dei personaggi che hanno ottenuto nel tempo lo status di cittadino onorario di Varese.
La revoca dell’onorificenza avviene attraverso una norma che assimila la cittadinanza onoraria a quella anagrafica. Con il decesso della persona, lo status di cittadino scompare. Resterà un registro storico sui conferimenti dell’onorificenza, ma di fatto la cittadinanza cesserà.
E il primo effetto del nuovo regolamento, ma per motivi di contingenza politica e non ideologici, è quello di “spaccare” il gruppo di Liberi per Varese (Forza Italia più Udc).
Se il testo è stato approvato con 22 voti a favore, in due si sono astenuti, i forzisti Giacomo Cosentino e Piero Galparoli. Mentre Domenico Battaglia e Fabio D’Aula, sempre forzisti, non hanno partecipato al voto.
Durante la discussione, Galparoli è intervenuto, sottolineando di non avere avuto modo di potersi informare sul testo. E Cosentino ha chiesto il rinvio del punto.
Dopo il voto, dai banchi del centrodestra si è levato un mormorio di insoddisfazione. Il gruppo si sarebbe spaccato, dal momento che, a quanto pare, il consigliere comunale che siede in commissione Affari generali, dove è stato preparato il testo, Ennio Imperatore (Udc), “non ha condiviso con noi il documento” spiegano da Forza Italia.
In poche parole, Imperatore, che fa parte del gruppo unico di centrodestra con gli azzurri, non avrebbe chiesto ai colleghi il via libera per il documento.
Anche se molto probabilmente ha influito anche la volontà di non far decadere, come cittadino onorario, Benito Mussolini. L’anno scorso, quando il vicecapogruppo del Pd Luca Conte, che ha presentato la mozione dalla quale è nato il lavoro per il nuovo regolamento, aveva proposto di revocare la cittadinanza al capo del fascismo, il centrodestra aveva votato contro. E Cosentino era stato tra i più “accaniti” difensori della cittadinanza a Mussolini.