
Sta tenendo banco da giorni, sui media locali, l’ennesima schermaglia politica legata all’attivazione del gestore unico delle acque. Legambiente provinciale interviene nel dibattito, cercando di portare un po’ di realismo in una polemica in cui escono tutti perdenti: i cittadini, l’ambiente e perfino gli stessi politici e sindaci coinvolti.
“Il tempo per le iniziative politiche è ormai scaduto – dice Alberto Minazzi, coordinatore provinciale del “cigno verde” – da decenni infuria la polemica, fin dall’emanazione della Legge Galli, nel 1994. Adesso è il momento di agire. E se a livello locale non si trova un accordo, che sia la Regione a mettere uno stop, commissariando tutti i ruoli istituzionali che stanno bloccando l’assegnazione della gestione unica delle acque, continuando quindi ad essere inadempienti”.
In questa proposta, provocatoria ma anche piena di concretezza, il pensiero degli ambientalisti è anche per il portafoglio dei cittadini: “I soldi degli utenti, che oggi vengono di fatto sprecati in una gestione non efficiente, dovrebbero essere investiti per migliorare gli impianti oggi inadeguati, manutenere le reti ad alta dispersione, insomma per avviare una gestione in grado di portare benefici a fiumi e laghi al momento in evidente difficoltà”.
Perché oltre al danno, spiegano gli ambientalisti, si rischia anche di ottenere «la beffa di una nuova procedura di infrazione europea. Del resto, un paio di decenni abbondanti dovrebbero essere un tempo sufficiente per trovare una soluzione».