Filmstudio ’90, Cordì (SEL): “Cosa intende fare il sindaco?”

Interrogazione scritta in Consiglio Comunale dell’esponente di Sinistra Ecologia Libertà

26 Gennaio 2016
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A seguito dell’ispezione effettuata dalla Polizia Locale in data 7 dicembre 2015 e del rapporto inoltrato dalla medesima alla Procura della Repubblica, il Tribunale di Varese con decreto del 19 gennaio c.m. ha predisposto il sequestro preventivo della Sala Filmstudio 90 di Via De Cristoforis.

Un provvedimento che lascia esterrefatti se si pensa al ruolo originale e meritevole di una struttura che in città è attiva e operativa da ormai un quarto di secolo.

Tuttavia, senza entrare nel merito del provvedimento adottato, penso sia assolutamente necessario che da parte dell’Amministrazione Comunale venga fatta chiarezza su un episodio che, giustamente, ha suscitato allarme e preoccupazione oltre che tra i soci di Filmstudio 90 anche tra quanti hanno avuto modo di conoscere l’elevato impegno culturale e sociale dell’Associazione.

Pertanto chiedo al Signor Sindaco di sapere se:

  • era a conoscenza dell’iniziativa della Polizia Locale e, in particolare, quali sarebbero i motivi di gravità e urgenza che avrebbero giustificato l’ispezione;
  • è a conoscenza delle ragioni che hanno indotto la Polizia Locale a procedere comunque, nonostante il Presidente dell’Associazione avesse fornito tempestivamente i chiarimenti del caso, vedasi lettera dell’11 dicembre u.s;
  • se corrisponde al vero che solo pochi mesi fa, la stessa Polizia Locale ha chiesto degli adeguamenti strutturali riconoscendo l’uso privato dei locali mentre ora nella denuncia inoltrata il locale viene indicato come di uso pubblico;
  • venuto a conoscenza della situazione ha adottato, o intenda adottare, provvedimenti utili e necessari al fine di evitare danni irreparabili all’immagine e alla attività di una Associazione il cui lodevole impegno è stato più volte riconosciuto e sostenuto fattivamente dalla stessa Amministrazione Comunale;
  • è possibile, nel rispetto dei ruoli di ciascuno, chiedere all’autorità competente di circoscrivere gli effetti del decreto all’attività “incriminata”, consentendo l’accesso alla sala e il suo utilizzo alle altre strutture e soggetti che normalmente di essa si avvalgono;
  • l’Amministrazione è disponibile , in attesa che la vicenda si concluda, a mettere a disposizione uno spazio pubblico per lo svolgimento dell’attività dell’Associazione evitando ulteriori danni e disagi per tutti.

 

Rocco Cordì, Consigliere comunale, Sinistra  Ecologia Libertà

Varese 25 gennaio 2016

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