Ventinove anni dopo, l’assassino di Lidia Macchi potrebbe avere un nome: o almeno è ciò che pensano gli inquirenti di questo storico processo, che questa mattina all’alba hanno fatto arrestare Stefano Binda, già compagno di scuola della giovane.
A far scattare il blitz della Polizia la corrispondenza calligrafica e stilistica tra una lettera anonima fatta pervenire alla famiglia Macchi dopo il delitto e quelle ricevute, con mittente il sospettato, da un’altra donna. Ora, dunque, la triste vicenda della ventenne militante di Comunione e Liberazione potrebbe trovare finalmente una conclusione.