
Aveva solo 35 anni quando ha perso la vita, quel pomeriggio, sulla Rambla: Bruno Gulotta ha lasciato la moglie Martina e i due figli, Alessandro di 6 anni e Aria di soli 7 mesi. A suo favore i colleghi di lavoro avevano aperto un conto corrente per raccogliere fondi da destinare alla famiglia.
Oggi dopo che l’ultimo addio gli è stato dato nella chiesa di Legnano, parla la compagna raccontando i momenti in cui ha salutato per l’ultima volta Bruno.
“Passeggiavamo sulla Rambla, Bruno teneva per mano Alessandro eravamo lì da qualche minuto quando ho sentito tante urla e mi sono voltata. Ho visto il furgone che puntava su di noi. È stato un attimo. Davanti eravamo bloccati da un palo e un albero, ci siamo messi a correre. Bruno ha spinto Alessandro verso di me e io l’ho afferrato. Il furgone ha sfiorato me e Alessandro e ha preso Bruno in pieno. L’ho visto per terra. Mi sono chinata su di lui e ho gridato, ho chiesto aiuto, era vivo. Gli ho detto ‘amore ti prego non mi lasciare’, mi è sembrato di vedere un guizzo nei suoi occhi. Penso che mi abbia sentito”.
Tanto dolore nelle sue parole ma anche tanto amore “E’ morto da eroe. Un eroe silenzioso, com’era nel suo carattere.”. Il ricordo di quei momenti “Piangevo, gridavo. Alessandro era scioccato. La padrona dell’albergo ha provato a confortarci, ma io pensavo solo a tornare accanto a Bruno. Sono riuscita a uscire dalla porta secondaria, l’ho raggiunto proprio quando i medici hanno detto ‘es muerto’ e lo hanno ricoperto con un telo. Dopo qualche minuto è arrivato mio cognato Lorenzo”.