
Una lettera indirizzata a Matteo Renzi e al Ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan per difendere l’utilità e l’operato dei Patronati, fiore all’occhiello del sistema sociale italiano. La lettera è stata firmata da 32 senatori e 25 deputati, dopo le disposizioni previste dalla Legge di Stabilità.
Le disposizioni della Legge di Stabilità previste per i patronati hanno prodotto una legittima preoccupazione e un allarme che non può non essere raccolto.
Per questa ragione, 32 senatori e 25 deputati, accanto all’attività emendativa al testo di legge già in atto alla Camera, hanno deciso di inviare una lettera al presidente del Consiglio e al Ministro dell’Economia. Tra le firme anche quelle della Sen. ce Erica D’Adda e dell’On. Paolo Rossi.
L’intento è verificare che vi sia una possibilità di intervento diretto del Governo, complessivo e volto a mantenere un servizio importante, pagato dal cittadino, che può essere razionalizzato ma non drasticamente colpito. Contando sulla sensibilità del Governo, si opererà perché si possa arrivare ad una soluzione che non danneggi il cittadino più debole e, contemporaneamente, tenga conto del saldo invariato dei conti della Legge di Stabilità.
Il testo della lettera:
Al Presidente del Consiglio, Matteo Renzi,
al Ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan,
e, per conoscenza, ai Viceministri Luigi Casero ed Enrico Morando
e ai Sottosegretari Pier Paolo Baretta ed Enrico Zanetti
Roma, 3 novembre 2014
Gentile Presidente del Consiglio, Matteo Renzi,
gentile Ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan,
preoccupati per i tagli ai Patronati previsti nella Legge di stabilità, vorremmo sottoporVi alcune nostre riflessioni.
I Patronati sono un fiore all’occhiello del sistema sociale italiano. L’Europa ce li invidia. Si tratta di un’istituzione moderna, da salvare.
Infatti i Patronati:
sono più efficienti della stessa Amministrazione Pubblica. Se i Patronati oggi chiudessero, la PA dovrebbe spendere 657 milioni di euro a fronte dei 430 milioni spesi dal Fondo patronati (Fonte: Comitato di Indirizzo e Vigilanza dell’Inps, in occasione della recente presentazione del Bilancio sociale). Sono enti moderni. I Patronati favoriscono la telematizzazione del disbrigo di pratiche amministrative: curano il 90% delle pratiche Inps trattate per via telematica. Sono enti versatili. Punto di riferimento per una variegata serie di cittadini, i Patronati hanno dimostrato negli anni la capacità di rispondere in modo qualificato anche alle nuove esigenze del Paese. Un esempio calzante è il supporto che offrono da qualche anno agli immigrati, in materia di concessione di permessi di soggiorno o ricongiungimenti familiari. Offrono un servizio gratuito al cittadino.
I Patronati sbrigano tutta una serie di servizi che in altri Paesi vengono offerti, a pagamento, dai tagli previsti nella legge di stabilità, dell’ammontare di circa 150 milioni di euro, comprometterebbero l’offerta di numerosi servizi, di grande utilità per milioni di cittadini, in Italia ed all’estero. Ecco perché crediamo sia giusto evitare i tagli in questione. Cosa sono i Patronati e quale tipo di servizio offrono?
I Patronati sono enti di diritto privato, senza scopo di lucro. Oggi ne esistono 30, riconosciuti dalla legge, e offrono consulenza gratuita ai cittadini su una serie di materie, quali: questioni previdenziali (pensioni da lavoro, inabilità, invalidità, reversibilità, previdenza complementare), compreso l’inoltro di istanze telematiche all’Inps (i patronati curano il 90% delle domande telematiche attualmente in atto), sussidi di disoccupazione, cassa integrazione e mobilità, permessi e congedi a tutela della maternità e paternità, permessi e congedi per l’assistenza ai disabili, immigrazione (concessione di permessi di soggiorno, ricongiungimenti familiari), malattie professionali e infortuni (denuncia per risarcimento danni), assegni sociali.
L’attività dei Patronati trae risorse dal ‘Fondo patronati’ per l’ammontare di 430 milioni di Euro l’anno. Il ‘Fondo Patronati’ viene alimentato da una ritenuta dello 0,226% sui contributi previdenziali versati dai lavoratori e dalle imprese (L. 152/2001 art. 13).
I Patronati sono presenti su tutto il territorio nazionale attraverso: 21.838 uffici o recapiti, nei piccoli e grandi comuni, 11.936 operatori sociali dipendenti, 14.973 collaboratori volontari, 6.890.872 ore annue di lavoro. Annualmente vengono sbrigate 11.400.000 pratiche dai Patronati.
I Patronati hanno aperto anche alcune centinaia di uffici all’estero, al fine di garantire consulenza pensionistica ai quattro milioni di connazionali residenti nel mondo.
Cosa prevede la legge di stabilità?
Nella legge di stabilità sono previsti tagli ai Patronati pari ad un terzo delle risorse a loro disposizione. Il che sarebbe destinato a causare un radicale ridimensionamento dei servizi offerti, a danno, anche e soprattutto, dell’Amministrazione pubblica e degli utenti. Per giunta si pongono questioni di legittimità dei tagli introdotti. Infatti il ‘Fondo patronati’ non viene alimentato da finanziamenti pubblici generici, bensì da una ritenuta d’acconto sui contributi previdenziali dei lavoratori. In caso di diversa utilizzazione di queste risorse (non più per pubblica utilità) si porrebbero vizi di forma, soggetti a eventuali ricorsi di natura giudiziaria.
Riteniamo, signor Ministro, che debba essere ripristinato l’ammontare del fondo previsto nel bilancio 2014 al fine di evitare il ridimensionamento dei servizi che sono particolarmente utili per i cittadini, costretti altrimenti a ricorrere a più costosi consulenti.
Sinceri saluti.