
“Il punto centrale della questione non è, naturalmente, la quantità di principio attivo presente nella birra o nel vino venduti nel nuovo “cannabis store”, il punto è il messaggio che si lancia. Che si lancia, oltretutto, in un luogo nevralgico di Saronno, quello antistante la stazione. Il luogo in cui la città accoglie il visitatore, il quale, a seconda delle proprie convinzioni, penserà ad essa o come a una località assai avanzata sulla strada delle mille libertà individuali o a una squallidetta Gomorra (non nel senso savianesco, ma biblico) di provincia. Lo stesso nome “Amsterdam” evoca peccati da vetrina e da supermercato – peccati sterilizzati – e ingenui sogni di libero amore coltivati negli anni sessanta all’ombra dei caffè di corso Italia. E le famigliole passeggianti nei pressi? “Mamma, cos’è quella fogliolina?” cinguetta il piccolino. E il padre con voce brusca: “cammina!” E la mamma non sa cosa dire. Forse per questo il titolare dell’esercizio, intervistato, dichiara: “parlerò con le mamme”. Intende cioè svolgere un’utile funzione pedagogica per i nuclei familiari, e ci potrebbe scappare per lui la Ciocchina, se qui non ci fossero questi ottusi del centrodestra. Immagino lo sconcerto dell’amico assessore Banfi, che vorrebbe intervenire ma non può, perché i regolamenti sono stati rispettati, e gli sono vicino. E ora finisco qui, perché questa vicenda di pubblicità ne ha avuta già troppa.”