Le larghe intese non piacciono a Forza Italia. Soprattutto se significa dover rinunciare ad un proprio emendamento per votare quello del Pd, che tratta dello stesso argomento.
Eppure, gli “ordini” dall’alto, sembrerebbe dai vertici provinciali di tutto il centrodestra, sarebbero quelli di approvare l’emendamento del Pd, a firma di Andrea Civati, che prevede una deroga alla perequazione per microinterventi.
Un fatto che ha scatenato, durante tutta la seduta di mercoledì sera, i malumori del gruppo consiliare di Forza Italia, che ha più volte abbandonato l’aula per effettuare, a lato del consiglio, riunioni interne per decidere cosa fare.
Anche perché l’emendamento per introdurre una deroga alla perequazione per quanto riguarda gli interventi più piccoli è stato presentato dal forzista Domenico Battaglia.
Gli accordi stile “larghe intese”, che prevedono l’approvazione del documento del Pd, che è stato inserito nella discussione in un gruppo diverso di osservazioni, e quindi prima di quello di Fi, impongono che Forza Italia ritiri il suo emendamento. E se anche non ritirasse, essendo simile a quello del Pd, decadrebbe automaticamente. Insomma, in virtù di un accordo trasversale sul Pgt tra maggioranza e opposizione, agli azzurri tocca dover fare un passo indietro. Ma non tutti sono d’accordo. Anzi, per la verità, pur controvoglia, solo il capogruppo Ciro Grassia ha cercato di mediare tra i vertici e i consiglieri, invitando Battaglia a ritirare l’emendamento. Gli altri consiglieri, Giacomo Cosentino, Fabio D’Aula e Piero Galparoli, insieme naturalmente a Battaglia, non erano molto dell’idea. Il presidente del consiglio comunale Roberto Puricelli, dovendo guidare la seduta, ha preso parte in maniera più ridotta al confronto interno. Ma a fine serata c’è stato un acceso scambio di battute tra lui e i quattro “ribelli”.
Chi ha ribadito “la perequazione è sempre stata una nostra battaglia”. E chi ha fatto notare come “il Pd ha copiato parte del nostro emendamento”.
Secondi i forzisti, infatti, il Pd avrebbe preso spunto da un passaggio contenuto nel loro emendamento, in quanto il partito d’opposizione ha presentato una parte aggiuntiva al testo principale, dove viene inserito il vincolo della grandezza dei lotti che possono beneficiare della deroga sulla perequazione, che il documento di Forza Italia ha sempre contenuto, ma quello del Pd inizialmente no.
In sostanza il Pd ha inserito in una parte aggiuntiva il limite di “1.000 metri quadri a lotto” dove sarà possibile intervenire in deroga alla perequazione.
I democratici, giocando sul fatto che il loro testo verrà trattato in anticipo, hanno voluto “bruciare sul tempo” gli avversari. Si tratta del gioco della politica. Quello che non si capisce è per quale motivo i vertici della maggioranza abbiano deciso di sostenere l’emendamento del Pd, imponendo il ritiro a quello presentato dalla loro parte politica. O meglio si capisce. Prove tecniche di larghe intese.
L’assessore all’Urbanistica Fabio Binelli sottolinea come le proposte di deroghe sulla perequazione “vadano a toccare un sistema delicato, e di fatto creeranno una “sacca” di “privilegiati” che di fatto potranno evitare di contribuire al sistema perequativo. Ma se questo serve per trovare una maggiore condivisione sul Pgt, ben venga”.