Sarà su piazza Repubblica la sfida fondamentale per vincere le elezioni nel 2016? Sembrerebbe proprio di sì, vista l’importanza strategica che il comparto centrale, una vera e propria ferita urbanistica nel cuore della città, come è stato definito, riveste per lo sviluppo di Varese. Il centro di una città dovrebbe rappresentarne l’anima, e se Varese negli ultimi decenni ha progressivamente perso la propria vocazione, di cui politici e intellettuali sono ancora alla ricerca, la “forma” che si vuol dare alla centralissima piazza e agli edifici annessi sarà fondamentale per trovare la giusta via.
Che i contenuti, ovvero quali servizi e attività portare, siano stati sempre messi in secondo piano rispetto ai contenitori (Nuovo Teatro nell’ex Caserma, Nuovo Teatro fuori dall’ex Caserma, ristrutturiamo l’ex Caserma e buttiamoci qualcosa dentro…), è apparso chiaro fin da subito.
Tuttavia, una volta superato il problema del teatro nell’ex Caserma, tutte le forze politiche, o quasi, si sono trovate d’accordo in linea di massima sul progetto.
Fino a quando, almeno, non è emersa la volontà di abbattere l’ex Collegio Sant’Ambrogio, messo a disposizione dalla Provincia, dopo che l’Università ha dichiarato di voler spostare il rettorato a Bizzozero.
Contro l’abbattimento della struttura si sono levate le voci contrarie di quella parte di società civile che ha dato vita, negli ultimi mesi, ai numerosi comitati civici, oggi confluiti in Varese2.0.
E dal momento che abbiamo visto come la forza di mobilitazione dei comitati sia già stata incisiva su molti fronti, vedremo come andrà a finire. Non è scontato che la giunta, come fatto in precedenza, ci ripensi. Anche se questa volta è più difficile, dal momento che c’è l’impegno dell’Accordo di programma firmato.
Ma la politica è l’arte del possibile… e anche dell’impossibile. Questo a Varese lo abbiamo imparato bene.
Tornando alla campagna elettorale per il 2016, che di fatto si è già aperta e diventerà sempre più “martellante” nei prossimi mesi, se il fronte di piazza Repubblica è quello che dà più visibilità ai diversi soggetti in competizione, ce n’è un altro, ad oggi purtroppo molto trascurato da quasi tutte le parti. Quello delle periferie, dei rioni esterni, che hanno vissuto all’ombra del centro storico.
Innanzitutto, l’attività della giunta Fontana si è concentrata troppo ed esclusivamente sul comparto del centro storico. Pochissimo è stata pensato e fatto per le periferie, e solo grazie agli sforzi isolati di qualche assessore. È mancato tuttavia un piano organico di rilancio dei rioni esterni. Questo dal 2006. Negli ultimi anni è mancato addirittura un piano per l’ordinaria manutenzione, salvo interventi spot.
Il malcontento nei rioni è quasi palpabile ed ha diverse ragioni: dalla strada sempre rotta, allo “svuotamento” dei quartieri di quei servizi importanti, come i negozi di vicinato. La politica non può fare miracoli. Ma un occhio di riguardo in più per le situazioni più delicate, nonostante i problemi di cassa, lo avrebbero anche potuto dare. Resta poco più di un anno di mandato. Sicuramente gli sforzi e le presenze di amministratori e consiglieri comunali si moltiplicheranno, rispetto al passato, in questi ultimi mesi. Non per essere retorici: ma oltre alle parole servirebbero anche i fatti. Cominciamo da questa piccola grande banale rivoluzione. Inserire un po’ di coerenza nella politica.
Marco Tavazzi