
È l’aula più frequentata dagli studenti varesini. Ma per il Comune è come se non esistesse.
E parte la rivolta. Gli studenti universitari, e non solo, di Varese hanno lanciato l’allarme sul futuro dell’Aula studio Forzinetti di piazza XX Settembre, il punto di riferimento storico per tutti gli studenti della città giardino, ma anche dei comuni limitrofi. L’aula ha una serie di problemi che rendono difficile la sua frequentazione, ad esempio l’ascensore per disabili fermo, ma anche le infiltrazioni di umidità sui muri. E l’amministrazione non è mai intervenuta. Motivo per cui i ragazzi che gestiscono la struttura hanno deciso di chiedere un incontro con l’amministrazione. L’aula, di proprietà comunale, viene gestita dall’Associazione degli studenti di Varese e provincia, una realtà ultraventennale.
L’attuale presidente Giorgia Bigai, insieme ai consiglieri Martina Portentoso e Luca La Loggia, ha deciso di lanciare un appello pubblico al sindaco Attilio Fontana e all’assessore ai Servizi educativi Enrico Angelini.
Nonostante la convenzione tra Comune e associazione preveda che le opere di manutenzione sono a carico dell’ente pubblico, “nel corso degli anni l’edificio è stato frequentemente soggetto a lavori di manutenzione ordinaria, totalmente a carico dell’associazione” spiega la presidente.
L’aula studio è molto frequentata. Secondo un calcolo dei responsabili dell’associazione degli studenti, settimanalmente sono circa 1.500 i ragazzi che passano dal locale. Con un ricambio di duecento al giorno.
In questi anni gli studenti, mettendosi le mani in tasca, hanno pagato l’imbiancatura interna ed esterna, il corredo interno, “abbiamo le sedie vecchie tenute insieme con nastro adesivo”, e l’acquisto del condizionatore, per oltre duemila euro. “Ci siamo autotassati con una colletta”. Anche perché la quota associativa è di cinque euro l’anno. Non molto per mettere da parte un capitale per le spese di gestione. E comunque il pagamento è libero: l’ingresso all’aulo studio non è vincolato alla tessera. “Tessera che comunque offre vantaggi, come convenzioni con locali per mangiare e copisterie” dice Bigai.
Tornando ai problemi della struttura, l’elenco è questo: la sicurezza dell’area, le infiltrazioni di umidità sul soffitto dei bagni, ma anche dell’aula e l’ascensore fermo da anni. Sulla porta di questo c’è un avviso della Polizia Locale che impone di tenerlo fermo. L’avviso è datato 2012. Quasi due anni. “Ma è fermo da molto tempo prima, tantissimi studenti che frequentano l’aula non l’hanno mai visto funzionare” spiegano. E quindi la mancanza di azione del Comune di fatto crea un ostacolo ai ragazzi disabili che volessero frequentare l’aula studio. Questa forse è la “colpa” peggiore dell’amministrazione.
I soldi, in teoria, dovrebbero essere stati stanziati. Il consigliere comunale del Pd Giamperio Infortuna, che in quanto studente frequenta spesso l’aula, se ne era interessato. Presentando anche un emendamento al bilancio per individuare i fondi, circa 31.500 euro. Il fatto risale al 2013. Dopo quasi un anno, ancora niente.
Motivo per cui gli studenti dell’Asvp hanno deciso di “ribellarsi” e chiedere un incontro urgente a sindaco e assessore. Anzi, l’assessore lo invitano direttamente in aulo studio “per vedere come è la situazione”.
Bigai sottolinea come “la struttura, se venisse fatta l’ordinaria manutenzione, sarebbe perfetta. È nuova e funzionale, non ci sono rischi presenti in edifici troppo vecchi. Ma il Comune effettuare qualche investimento”. La convenzione tra Comune e associazione è stata recentemente rivista alla fine dell’anno scorso. E l’impegno del Comune nero su bianco ancora recita: “Fanno carico al Comune di Varese le spese ordinarie e straordinarie per arredi, pulizie, manutenzione, utenze ed approvvigionamenti per servizi igienici”. Le uniche cose che il Comune di fatto dà è la carta igienica, che comunque non basta e gli studenti ne devono comprare sempre di più, e la pulizia dell’aula. Il sapone no. E l’acqua calda non è prevista.
In più, da tempo le infiltrazioni di umidità stanno rovinando i muri. Insomma, se l’ente pubblico non inizia a tutelare questo piccolo “patrimonio” per la Varese studentesca, altro che città universitaria. Varese non si meriterà nemmeno il ruolo di città che ospita scuole elementari.