Un mandato esplorativo al sindaco Attilio Fontana. Per individuare, entro lunedì il nome di una figura “di garanzia” che possa svolgere il ruolo di vicesindaco.
Figura quindi super partes che accontenti tutti e tre i partiti della nuova maggioranza: Lega Nord, Forza Italia e Udc.
Questo l’esito del vertice di ieri sera tra Fontana e i segretari cittadini di Lega e Forza Italia, Marco Pinti e Roberto Puricelli, e i rispettivi capigruppo, Giulio Moroni e Ciro Grassia.
Il Nuovo centrodestra, di fatto, è stato quindi posto fuori dalla maggioranza. A questo punto sembrerebbe scontato il ritiro delle deleghe dell’attuale vicesindaco Carlo Baroni. Tuttavia, le notizie uscite al momento non confermano tempi e modalità. E dal momento che fino a lunedì i partiti si trovano ancora in una fase interlocutoria (e lo saranno anche dopo lunedì, giorno in cui semplicemente proseguiranno le trattive sul nome del nuovo vicesindaco), Baroni al momento potrebbe rimanere al suo posto. E nel corso di questi giorni gli scenari potrebbero nuovamente mutare.
Il vicesindaco rimane quindi l’unico esponente che rischia “l’epurazione”, dal momento che il suo collega Enrico Angelini, anche lui in quota Ncd, ha aderito proprio ieri, insiema al consigliere comunale Mauro Pramaggiore, al manifesto programmatico per il rinnovo del centrodestra di Forza Italia. Pramaggiore inoltre entrerà nel gruppo misto, oggi occupato interamente dagli esponenti di Forza Italia. Il gruppo consiliare di Ncd si ritroverà così ridotto a tre esponenti, il segretario cittadino Giovanni Chiodi, il capogruppo Matteo Giampaolo e il consigliere comunale Stefano Crespi. Con Pramaggiore e i due esponenti dell’Udc, la maggioranza si ritroverebbe ad avere 19 voti contro i 14 della minoranza, anche con l’esclusione di Ncd, uno in meno rispetto al risultato elettorale del 2011.
La decisione di porre Ncd fuori dalla giunta è stata presa dal consiglio federale della Lega Nord, guidato da Matteo Salvini. Al contrario, nei giorni scorsi, il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni aveva gettato acqua sul fuoco. La sua posizione, più “morbida”, sarebbe la stessa di Fontana, che non avrebbe accolto in maniera entusiasta la scelta di un rimpasto.