Il PGT adottato dal Comune di Varese individua il fiume Olona come uno degli ambiti strategici fondamentali per il futuro della città.
“Non possiamo che concordare con questa scelta, che pone finalmente al centro dell’attenzione una via fluviale ed una risorsa che ha sempre rappresentato una ricchezza ambientale e naturalistica, contribuendo per secoli alla prosperità ed allo sviluppo nella nostra città. Nel corso degli ultimi decenni, tuttavia, il corso dell’Olona ha perso il prestigio e la vocazione industriale di un tempo, senza che, d’altro canto, si sia mai avviata un’opera di valorizzazione e recupero ambientale” dichiara il consigliere comunale del Pd Luca Conte.
“Ciò che non condividiamo è però la realizzazione pratica prevista dal Pgt, che evidenzia una continua contraddizione con i principi generali esposti nel Documento di piano. Nel progetto dell’Assessore Binelli e del Sindaco Fontana, infatti, sono previste numerose edificazioni, un ulteriore e progressivo sacrificio del verde esistente ai margini dell’alveo del fiume, qualche recupero e ben poche opere di riqualificazione ambientale e paesaggistica e per la sua fruibilità.
In un immaginario percorso a ritroso lungo il corso dell’Olona potremmo partire dall’estremità orientale del territorio varesino. Troveremmo immediatamente un ampliamento del Centro commerciale Iper, che ha già in passato conosciuto numerosi e sostanziosi incrementi volumetrici e che rappresenta, ad oggi, il più ampio spazio commerciale esistente in città. Eppure ad esso verrebbe concessa una ulteriore volumetria pari a ben 30.000 metri cubi. Poco oltre, laddove fino a poco tempo orsono si trovava un’area agricola, si vorrebbe insediare il Luna Park e, forse, la Fiera. Queste troverebbero spazio in un’area costantemente a rischio esondazione ed a margine di una arteria viabilistica che dovrebbe essere di scorrimento veloce, ma che già oggi è spesso interessata da rallentamenti dovuti all’intenso traffico destinato ad aumentare vertiginosamente nell’ipotesi voluta da questa amministrazione. Poco più in alto, un’ampia area verde, ovvero la Cascina Campaccio, nella volontà di chi solo a parole pare voler tutelare l’ambiente della città giardino, verrebbe sacrificata per l’edificazione del nuovo carcere. Il progetto appare incurante del fatto che all’area non sono riconoscibili i requisiti minimi richiesti dalla vigente legge carceraria, né la necessaria accessibilità. I recuperi previsti delle aree industriali comprese tra la ex cartiera Sterzi e la ex conciaria Fraschini, pur meritevoli, prevedono ampliamenti e nuove edificazioni. Mancano inoltre idee realmente innovative, che consentano alle aree ex industriali, un tempo vanto per la città, di rinascere a nuova vita. Per quale ragione, per esempio, non destinare una di queste realtà ad incubatore di nuove imprese produttive come fatto in molte altre lungimiranti città? Infine, con una costanza che potrebbe apparire quasi ammirevole se non fosse esiziale per il territorio ed in contraddizione con i principi del Piano, anche sull’ultimo lembo del Comune di Varese, al confine con Induno Olona, due ulteriori aree un tempo verdi verrebbero definitivamente sacrificate anziché subire l’opportuno recupero. Una di esse era stata temporaneamente concessa ad Aspem quale deposito, l’altra è ora in uso ad un’attività economica, la quale avrebbe edificato delle costruzioni abusive. Entrambe le aree verrebbero definitivamente destinate rispettivamente a sede di impianti tecnologici e ad area di completamento.
Il nostro invito è quindi quello di rivedere il Pgt, creando una coerenza tra le premesse ed i principi e le concrete realizzazioni. Poiché la tutela del verde, il recupero ambientale e la fruizione pubblica non siano solo slogan, ma trovino effettiva corrispondenza nei Piani delle regole e dei servizi”.