Cinque tratti in attesa di defiscalizzazione e ancora nessuna certezza sul finanziamento della Pedemontana. La questione sembrava già chiusa nel migliore dei modi, e invece bisognerà aspettare almeno fino a mercoledì.
Lo ha annunciato ieri mattina il governatore della Lombardia Roberto Maroni, a margine delle celebrazioni del 25 Aprile. “Ho parlato con il ministro Lupi – ha dichiarato Maroni – e il Cipe è programmato mercoledì prossimo. Noi come Regione dovremo portare un accordo aggiuntivo. Stiamo negoziando in questi giorni i contenuti con il ministero delle Infrastrutture e dei trasporti e soprattutto con il ministero dell’Economia e delle finanze. Speriamo bene”.
La soluzione precedentemente concordata in effetti doveva già essere approvata il 19 aprile, ma è stato rinviato tutto. “C’erano richieste assurde da parte del ministero dell’Economia – spiega Maroni – dicevano che avrebbero concesso la defiscalizzazione, ma in modo assolutamente inutile cioè solo una volta completata tutta l’opera”.
Per rendere l’idea, la Pedemontana è formata dalle due tangenziali e da cinque tratte: la A, che collega l’Autolaghi all’A9 Milano-Como-Chiasso e che sarà inaugurata a brevissimo, la B1 che collega l’A9 alla Lomazzo-Bizzarone, poi la B2, la C e infine la D che andrà fino a Dalmine e che sarà l’ultima ad essere realizzata, nelle previsioni tra il 2017 e il 2020.
Ora, che la defiscalizzazione venga concessa nel 2020 è inaccettabile per la prosecuzione dei lavori. “Come dire arrivederci e grazie” commenta Maroni. “Nella scorsa riunione abbiamo contestato la loro posizione e abbiamo deciso di rinviare il Cipe per trovare un accordo. Abbiamo bisogno i soldi subito altrimenti non serve. La defiscalizzazione deve riguardare tutta l’opera però deve essere erogata per le singole tratte e non alla fine di tutto. Deve essere un rimborso di soldi anticipati, se non funziona così è come non averli”.
Francesca Manfredi