
Sono accuse estremamente pesanti quelle che il gip di Monza Giovanna Corbetta utilizza per motivare l’arresto di Fabio Rizzi e di altre venti persone nell’ambito dell’inchiesta sulla sanità lombarda.
“Hanno fatto del potere politico lo strumento per accumulare ricchezze, non esitando a strumentalizzare le idee del partito che rappresentano, a intimidire facendo valere la loro posizione, chi appare recalcitrante alle loro pretese” scrive il giudice. L’imprenditrice Maria Chiara Canegrati era il vero fulcro del sistema, che portava all’acquisto di materiale odontoiatrico scadente, tramite appalti truccati, in modo da garantire ampi margini di guadagno ai produttori; oltretutto, i cittadini erano così invogliati a rivolgersi a prestazioni sanitarie private, per questo il magistrato parla di “mortificazione della salute pubblica”. A completare il quadro, un’intercettazione telefonica rivela come la Canegrati abbia interamente finanziato l’ultima campagna elettorale di Rizzi. Uno degli appalti truccati ha riguardato anche la Casa della Salute di Borsano di Busto Arsizio, in cui l’area odontoiatrica fu salutata, all’inaugurazione dello scorso novembre, come “la prima attuazione della riforma sanitaria lombarda” di cui Rizzi, finito in manette insieme alla moglie e al capo del suo staff, fu l’ideatore.
Tra gli arrestati, inoltre, figura anche il nome di Donato Castiglioni, storico “pretoriano” di Rizzi all’interno della Lega Nord varesina e già candidato sindaco di Carnago per il medesimo partito nel 2009, quando venne sconfitto dall’attuale primo cittadino Maurizio Andreoli Andreoni.