
Istituire la rete regionale dell’assistenza, della didattica e della formazione; incentivare lo sviluppo della ricerca scientifica e dell’innovazione nella didattica e nella formazione sociosanitaria; valorizzare le strutture del servizio sia in ambito specialistico sia in ambito territoriale. Queste le finalità della parte della riforma sociosanitaria relativa al ruolo delle Università, approvata oggi a maggioranza (a favore FI, Lega Nord, Lista Maroni, Lombardia Popolare e Fratelli d’Italia; astenuti PD, Patto civico e M5S) dalla Commissione consiliare Sanità, presieduta da Fabio Rolfi (Lega Nord).
Gli articoli disciplinano, tra l’altro i rapporti tra servizio sociosanitario lombardo e le Università tramite un apposito Protocollo d’intesa per le attività assistenziali, didattico-formative e di ricerca. Viene, inoltre istituito, come organismo di supporto agli atti di programmazione regionale, un Comitato di indirizzo: tra le mansioni di quest’ultimo, un emendamento proposto dal PD e approvato dalla Commissione, prevede la valutazione del fabbisogno “di medici, di laureati nelle professioni sanitarie e di specializzandi”.
Due gli aspetti qualificanti, sottolineati dal Vice Presidente della Commissione, Angelo Capelli (Lombardia Popolare) che è anche relatore del provvedimento. “Innanzitutto – ha spiegato Capelli – per la prima volta viene introdotta, in via sperimentale, la possibilità di una autonomia progressiva durante il percorso di formazione dei medici specializzandi Inoltre, viene creata la rete formativa con al centro i poli universitari ma, in una logica aperta, di possibile utilizzo di tutti quei punti di eccellenza che possono contribuire alla formazione del percorso professionale di specialità”.