Rivoluzione Cristiana “Il dialetto varesino o bosino è parte integrante del nostro territorio”

Riceviamo e pubblichiamo il commento inerente la proposta avanzata da vari componenti della giunta Galimberti sull’eliminazione dei cartelli “Varès”

24 Ottobre 2017
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Con tutte le problematiche serie di cui si potrebbe discutere a Varese la giunta Galimberti trova il tempo di lanciare quella che mi viene da definire una boutade, o meglio una presa di posizione strettamente ideologica, come quella di eliminare i cartelli “Varès” e sostituirli con “La città giardino”. Perché una cosa esclude l’altra? Non sono d’accordo. Il dialetto varesino o bosino è parte integrante del nostro territorio, del nostro vissuto e delle nostre radici culturali. Un dialetto che sempre più scompare anche dalle case, purtroppo. Qual è la priorità per cui il cartello “Varès” andrebbe eliminato? Semplicemente la battaglia del centrosinistra contro la Lega. La giunta dice che i cartelli sono stati affissi dalle giunte leghiste ideologicamente e nel tentativo di rimarcare il territorio come loro, mentre oggi Galimberti e i suoi vogliono ideologicamente toglierli per dire che ora comanda il centrosinistra. Posso dire che tutto questo è estremamente triste e francamente infantile? Si lasciassero fuori le ideologie da temi che riguardano tutti i varesini. Il dialetto va preservato, non recluso nel dimenticatoio. Certamente non bastano i cartelli per mantenerlo vivo, sarebbe anzi opportuno promuovere a livello regionale veri e propri insegnamenti di dialetto ai più giovani, come tra l’altro avviene in altre parti d’Italia. Non a caso spesso si parla dell’Italia dei dialetti. Quindi no, non ci stiamo a vedere battaglie politiche, che niente hanno a che vedere in realtà con i cartelli “Varès”, sulla pelle dei cittadini varesini. Galimberti pensi a dare risposte a coloro che sabato 21 ottobre hanno manifestato contro la sua giunta e non si limiti a dire che la città è con lui perché, se così fosse, non avrebbe alcun remore a convocare il referendum da lui promesso in campagna elettorale sul suo stipendio e magari a politicizzarlo dicendo che in caso di responso negativo da parte della gente si dimetterà (Visto che il Pd è abituato così, Renzi docet).”

Lorenzo Di Renzo

Responsabile giovani Rivoluzione Cristiana Varese

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