Riforma Giustizia, il ministro Orlando: “Velocizzare i processi per riportare le imprese a investire in Italia”

Il Guardasigilli, ospite a Varese per un incontro alla Camera di Commercio con avvocati e soggetti economici, presenta gli obiettivi da raggiungere. Lettera del presidente dell’Ente camerale Renato Scapolan al ministro

18 Luglio 2014
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Ministro

Riforma della Giustizia, un argine contro le infiltrazioni della criminalità nei settori economici solitamente “lontani” da questo rischio e informatizzazione della giustizia civile. Il ministro della Giustizia Andrea Orlando lancia un messaggio chiaro da Varese.

E si rivolge, dopo aver fatto un’analisi generale del sistema e delle sfide da affrontare, in particolare al mondo delle imprese, sottolineando come “è già partito un meccanismo di specializzazione per i Tribunale dell’impresa, un segnale forte ai soggetti economici, soprattutto a quelli esteri che vogliano venire ad investire nel Paese. Per far sapere che non ci sarà più l’incertezza dei tempi nelle cause che riguardano le imprese”.

Un aspetto, questo, importante secondo Orlando, dal momento che “la Giustizia e la ripresa economica oggi sono legati”.

Il ministero ha quindi evidenziato i problemi che la nostra società sta vivendo, a causa della crisi economica, dal momento che “in questa situazione di crisi aumenta il rischio di infiltrazioni della criminalità anche in attività che per loro natura sono legali. Su questo occorre porre un argine”.

E quindi il problema il lavoro per informatizzare il sistema giudiziario. “Entro il 2015 avremo informatizzato anche l’Appello, quindi saremo il primo Paese in Europa ad avere la giustizia civile informatizzata”.

Il presidente della Camera di Commercio Renato Scapolan, che ha ospitato nella sede dell’Ente l’incontro organizzato dal Pd, ha colto l’occasione della visita del ministro per consegnare al Guardasigilli una lettera sul problema della riforma delle Camere di Commercio.

“Le Camere di Commercio vivono un momento che non esito a definire “drammatico”- scrive Scapolan – il ruolo e l’impegno che mettiamo quotidianamente a disposizione dei sistemi economici locali sono fortemente a rischio, con possibili effetti pesantemente negativi su imprese, territori e livelli occupazionali.
Le Camere di Commercio possono ben dirsi precursori della cultura della “giustizia alternativa”, avendo sviluppato modelli e strumenti di risoluzione delle controversie capaci di sgravare le aule dei tribunali.

Dall’introduzione dell’obbligatorietà nel marzo 2011, gli enti camerali hanno gestito oltre 42mila conciliazioni che in numero significativo si sono concluse  con un accordo tra le parti e, quindi, con la soluzione definitiva della controversia. Controversie, riguardanti sia imprese, sia privati che
si sono così risolte con un decimo dei costi normalmente necessari e riducendo i tempi della giustizia civile a 46 giorni di durata media, rispetto agli anni necessari nei tribunali.

Ai consumatori e alle imprese offriamo quindi un’alternativa di qualità, basata sulla ricerca dell’accordo piuttosto che sulla contrapposizione tra le parti, consentendo un risparmio per la collettività stimato in ben 130 milioni di euro.

Un contributo al sistema socio-economico che – ne sono sicuro – Lei signor Ministro vorrà continuare a offrire attraverso l’esperienza ormai forte acquisita dalle Camere di Commercio”.

Quindi una riflessione sull’aiuto alla lotta contro l’illegalità.

“La seconda riflessione che mi preme di condividere con Lei riguarda il Registro Imprese, costruito dalle Camere di Commercio, e il sistema di pubblicità legale che su di esso si regge: sono elementi fondamentali per combattere la criminalità e assicurare il rispetto della legalità nello svolgimento delle attività economiche.
Quotidianamente esponenti delle forze dell’ordine consultano gli archivi camerali potendo contare su un’altissima rispondenza dei dati alle situazioni reali: il Registro Imprese diventa pertanto uno strumento d’indagine e un baluardo contro l’illegalità”.

 

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