Sia nel nord che nel su della provincia la diffusione del fenomeno è allarmante, per contrastarlo è previsto un presidio massiccio del territorio agro-silvo-pastorale da parte di una sezione speciale composta da venti agenti.
Il fenomeno del bracconaggio sulla scorta dei dati storici ricavati dagli accertamenti della Sezione Faunistica di Polizia provinciale risulta presente in diverse aree del territorio agro-silvo-pastorale della provincia.
In particolare nella parte Nord della provincia risulta attivo su diverse specie di ungulati, tra cui cinghiale, cervo e capriolo, mentre a Sud, area di recente insediamento ed espansione degli ungulati, si sta di conseguenza diffondendo. Sono inoltre presenti attività di bracconaggio sulla specie Lepre e sui volatili. L’attività ha prevalenza notturna ed utilizza sia armi da sparo, sia trappole e mezzi di cattura quali lacci e reti. Il presidio del territorio e gli interventi della Sezione Faunistica della Polizia provinciale hanno mantenuto il fenomeno sempre sotto controllo e con questa attività di contrasto si mette in atto un’azione ancor più incisiva e coordinata, in particolare nelle aree a maggior rischio.
Dall’analisi storica degli accertamenti di natura penale riferibili al bracconaggio negli anni dal 2008 al 2014, emerge che sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria 60 bracconieri, che hanno violato per 97 volte le disposizioni di legge. Tali atti sono stati spesso attuati con strumenti illeciti che sono stati sequestrati, per un totale di 90 tra trappole, fucili, lacci, reti, mentre gli uccelli o mammiferi sottratti ai bracconieri sono stati 343 in totale e che sono stati rimessi in libertà.
Il fenomeno ha interessato in percentuale maggiore l’Ambito Territoriale di Caccia n° 1, ovvero la fascia prealpina con il (51% delle comunicazioni di reato inoltrate all’Autorità Giudiziaria; l’Ambito Territoriale di Caccia n° 2, ovvero la parte più pianeggiante della provincia con il 42%, mentre il Comprensorio Alpino di Caccia registra solo l’8% di denunce.
Il bracconaggio si esplica in particolare nelle seguenti forme:
- Caccia durante il periodo dell’anno in cui è vietato il prelievo della fauna selvatica, durante il quale essa è tutelata dallo Stato per non interferire con la delicata fase di riproduzione e allevamento della prole
- Prelievo della fauna selvatica con mezzi non consentiti come reti, lacci, trappole che consentono notevoli catture (specie di uccelli) e infliggono inutili sofferenze agli animali.
- Caccia nei Parchi e nelle Oasi in cui essa è vietata per consentire alla fauna selvatica di trovare zone di rifugio e tranquillità.
- Abbattimento o detenzione di animali selvatici protetti
L’attività di contrasto del bracconaggio condotta dalla Sezione Faunistica della Polizia provinciale si svolge innanzitutto con un costante e attento presidio del territorio agro-silvo-pastorale, volto a cogliere gli indizi di presenza della fauna selvatica, le sue abitudini e la conseguente verifica in tali aree di tracce di attività illecite in corso.
Altra importante attività svolta dalla vigilanza è quella di intelligence, che presuppone un’ottima conoscenza del territorio. Un ruolo importante lo ricoprono anche i cittadini, i quali spesso si accorgono di sospette attività di bracconaggio. In una seconda fase iniziano gli appostamenti di controllo che comportano ingenti sforzi in termini di ore di tempo dedicate dal personale di vigilanza. Occorre poi considerare il fatto che il territorio provinciale boschivo risulta vasto e in molti casi anche accidentato e che il bracconaggio è praticato in qualsiasi giorno dell’anno, a qualsiasi ora del giorno e della notte.
Le violazioni in materia di bracconaggio costituiscono illeciti penali, alcuni dei quali sanzionati con l’arresto fino a un anno e l’ammenda fino ad oltre 6.000 euro. In caso di maltrattamento di animali, il Codice penale punisce il trasgressore con la reclusione fino ad un anno o la multa sino a 15.000 euro. L’accertamento di episodi di bracconaggio può comportare anche violazioni in materia di armi (porto abusivo, arresto fino a 18 mesi). Recentemente si è anche profilata la validità della teoria del furto venatorio. I possessori di licenza di porto di fucile per uso caccia vanno incontro a sanzioni accessorie quali: sospensione, revoca o divieto di rilascio della licenza stessa.
Nell’attività di antibracconaggio sono impegnati 20 poliziotti, che operano in cinque nuclei operativi, ognuno su una porzione di territorio provinciale, durante tutto il periodo primaverile-estivo, che è quello di maggiore vulnerabilità per la fauna selvatica. In particolare sono state individuate le aree maggiormente sensibili in ciascuna zona di competenza, le modalità operative e i mezzi più idonei al contrasto del fenomeno, il controllo delle aree individuate attraverso azioni coordinate e pianificate sull’arco delle 24 ore, con eventuali accertamenti di violazioni in materia di protezione della fauna selvatica ed in materia di armi.
Giorgio Ginelli, Vicepresidente della Provincia di Varese: «Questo è un progetto che tutela i cacciatori che rispettano le regole e le leggi, il nostro ambiente e gli animali stessi, oltre che garantire un sempre maggiore e puntuale presidio del territorio. Colgo anche l’occasione per sottolineare che tra le conseguenze possibili del bracconaggio vi sono anche rischi alla salute per l’uomo. Basti infatti pensare che la carne delle prede dei bracconieri non può venire controllata e tracciata a livello sanitario, a differenza di quella provenienti da capi regolarmente cacciati e abbattuti».
Fabrizio Mirabelli, consigliere provinciale incaricato a Sicurezza e Protezione civile: «Il messaggio che vogliamo mandare con questo progetto è che sull’attività di bracconaggio c’è tolleranza zero».
Marco Magrini, consigliere provinciale: «Vorrei sottolineare che da parte nostra esiste anche la volontà di integrare l’azione della nostra polizia provinciale con quella delle polizie locali, al fine di rendere ancor più efficacie l’attuazione di questo importante progetto di protezione e salvaguardia degli ambienti silvo pastorali, della fauna selvatica e di tutti i cacciatori che rispettano regole e leggi».