
Il mio pensiero è attratto dalla riqualificazione di piazza Repubblica per cui, in questi giorni, la giuria competente sta valutando i tanti elaborati giunti in Comune a seguito del concorso, o meglio i concorsi, internazionali indetti per i due comparti, così come sono stati differenziati: Uno riguardante la piazza Repubblica, appunto, l’altro riguardante la zona retrostante il monumento ai caduti comprensiva dell’ex collegio Sant’Ambrogio, ora sede dell’Università.
E’ indubbio che uno dei problemi della nota piazza è quello avere una superficie troppo ampia, dispersiva, estranea, poco o per nulla invitante alla sua frequentazione, come alcuni illustri competenti personaggi hanno dichiarato.
Condividendo l’osservazione ho pensato di dividerla in due diverse zone d’influenza.
Una storica, di rispetto, ripristinando la bellissima, importante scalinata demolita nel ’92 che anticipava il monumento del Butti, evitando interventi demolitivi, spostando gli ingressi dell’autosilo lateralmente la stessa scalinata. La piazza riacquisterebbe il perduto fascino, ridando all’opera bronzea l’importanza e la bellezza oscurate dalla costruzione dell’autoparco sotterraneo.
Il grande anello circolare di aerazione ai piani sottostanti, all’ingresso della piazza, potrebbe ospitare una fontana opportunamente studiata per non impedire i disimpegni ai piani inferiori, oppure, più semplicemente, un’asta per sostenere bandiere o gonfaloni nelle ricorrenze di feste nazionali.
La superficie antistante la facciata del centro commerciale, diviso dal primo da un complesso di arcate a centro ribassato, cioè nello stesso stile di quelle interne la caserma, ( o altra soluzione) potrebbe essere utilizzato quale spazio cittadino, opportunamente adattato per lo svolgimento di proiezioni, spettacoli, presentazioni e perché no concerti musicali, senza ostacolare le superfici atte all’aerazione del sottostante: tutto ciò lasciando la circolazione veicolare in via Spinelli.
Le arcate costituiranno una quinta non invadente durante le ore diurne, suggestive la sera se opportune luci venissero piazzate nella zona, come ho visto realizzate in altre città europee. Sul fondo il nuovo teatro, se vogliamo, intervenendo sul già esistente.
La mia proposta desidera essere solo una testimonianza di partecipazione, non di interferenza ai concorsi citati, non avendone i richiesti requisiti, partecipazione alla quale i cittadini tutti potrebbero, e dovrebbero esprimere il loro pensiero, in quanto la città è anche e soprattutto la nostra città.
Giovanni Zappalà