Parcheggio alla Prima Cappella, Ncd dice sì al confronto con il Comitato Varese 2.0

Il segretario cittadino Giovanni Chiodi apre ad un incontro tra l’amministrazione e i fondatori del gruppo che si batte contro l’autosilo. Sottolineando però che “la sintesi spetta a chi è democraticamente eletto”

27 Aprile 2014
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Sì al confronto, ma tenendo contro che “tocca alla fine a chi è stato democraticamente eletto fare la sintesi tra le divere posizioni”.
Il segretario cittadino di Ncd Giovanni Chiodi, che è anche consigliere comunale, apre al confronto con il comitato Varese2.0, che si batte contro il parcheggio alla Prima Cappella.

Con un lungo intervento, pubblicato su Facebook, Chiodi espone la sua posizione relativa al confronto.
La sintesi finale è l’apertura alla discussione con il comitato, che domani, lunedì 28 aprile, si recherà in Comune a protocollare le firme, anche se secondo Chiodi i comitati devono concorrere ad aiutare le decisioni dell’amministrazione, ma non sostituirsi a quest’ultima.

“I comitati che partecipano alla costruzione del bene comune sono il sale di una buona democrazia – spiega Chiodi – e il loro coinvolgimento nella vita pubblica è alla base di quella buona pratica amministrativa americana che si chiama democrazia deliberativa e che in Italia non è mai riuscita a decollare fino in fondo.
Gruppi di cittadini interessati a conoscere i progetti di sviluppo della città, sia che riguardino un’opera pubblica sia che riguardino un’iniziativa di ambito differente, dovrebbero poter partecipare e concorrere a fornire elementi utili alla decisione dell’amministrazione.
Sì, concorrere e non sostituirsi. Talvolta infatti si vorrebbe attribuire la facoltà decisionale ai comitati o a gruppi di interesse che si muovono all’interno di un ambito. Tuttavia chi è democraticamente eletto – e quindi deputato ad esercitare una funzione – deve fare la sintesi tra le posizioni esistenti e subito dopo assumersi l’onere della decisione”.

E quindi entra criticamente sulla questione varesina.
“In queste settimane a Varese sono sorti alcuni comitati che esercitano un ruolo attivo in disaccordo con le proposte dell’amministrazione mentre assistiamo ad un’opposizione politica, che non riuscendo a farsi carico di questo ruolo, ne cavalca la protesta quando non ne è sorpassata a sinistra.
Questa protesta, legittima anche se da me non condivisa, deve però trovare un luogo adeguato dove poter conoscere quanto l’amministrazione ha fatto per giungere ad una decisione piuttosto che un’altra.
Soffermandosi sull’esempio del parcheggio del Sacro Monte innanzitutto verrebbe spontaneo chiedersi come mai il comitato Varese2.0 (contrario a questo importante progetto che il Nuovo Centrodestra sostiene convintamente) si stia mobilitando solo ora quando la fase decisionale per la realizzazione del parcheggio risale al febbraio del 2012.
In quell’occasione, ospiti nella sede degli Amici del Sacro Monte, si firmò un accordo che diede il via alla fase operativa di progettazione.
Se ci fossero state posizioni così critiche mi sarei aspettato che sorgessero parecchio tempo prima e non a ridosso dell’inizio dei lavori. Quantomeno nella forma organizzata con cui sono sorte ora.
Tuttavia la riflessione va oltre al caso specifico. Sono infatti certo che se i membri del comitato avessero potuto conoscere fin da principio quanto ha fatto e quante ipotesi ha valutato in questi anni il tavolo dell’Accordo di Programma sull’accessibilità al Sacro Monte, molte delle osservazione che oggi vengono fatte cadrebbero”.

E quindi, richiamandosi alla democrazia partecipativa, Chiodi apre al confronto.
“Ogni ora spesa in più durante la fase decisionale sarà un’ora risparmiata nella fase realizzativa e soprattutto eviterà di produrre scelte scellerate come quelle compiute anni fa a Varese.
Alcuni esempi? L’abbattimento del teatro sociale per fare spazio ad un condominio, togliere una rete tramviaria che collegava tutto il nord della provincia, lasciar andare in malora 2 funicolari, demolire il mercato coperto…
Non basta guardare le carte. È necessario andare oltre alla semplice lettura di un atto amministrativo per essere a favore o contro.
Servono invece momenti di confronto effettivi, servono per poter dare a tutti la possibilità di conoscere e capire.
Sono certo che l’avvio di queste buone pratiche di governo avrebbero un solo vincitore che non sono ne i “comitati del no” e nemmeno quelli del “sì” ma l’unica a guadagnarci sarebbe solo la credibilità della politica.
Per questo sono favorevole ad un incontro tra l’amministrazione e il comitato Varese2.0 per fugare i loro dubbi sulla validità del progetto rispondendo puntualmente alle loro domande”.

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