Il Museo MA*GA ospita la prima mostra personale in un museo italiano di Oksana Mas (Ucraina, 1969). Il progetto nasce da una cooperazione tra il museo e la Heritage Art Foundation con l’obiettivo di valorizzare della produzione artistica contemporanea e nello specifico della ricerca di un’artista che ha lavorato con attenzione attorno a tematiche legate alla storia dell’arte e della cultura italiana.La mostra ruota, infatti, attorno all’idea di città come spazio di proiezione storica, politica, sociale ed estetica. Questa città emerge attraverso una serie di elementi pittorici ed installativi che, in dialogo con opere della collezione del museo, creano uno spazio di dialogo tra culture e approcci linguistici differenti.
Come sottolinea Sandrina Bandera, curatrice della mostra insieme a Kristina Krasnyanskaya :“Per questo possiamo spingerci a un paragone tre l’opera di Oksana Mas e la visione estetica di alcuni tra i padri della critica del XX secolo, come Mumford, Lynch, Argan e Olsen, che nei loro scritti intorno alla città, pervengono, pur partendo da presupposti molto diversi, alla medesima emozione estetica opposta alla mentalità positivista più diffusa. In polemica con il Movimento Moderno essi infatti considerano la polis non come una rete stradale capillarmente diffusa, ma come un’ opera d’arte che risponde a esigenze metafisiche. In linea con questa tendenza critica l’opera di Oksana Mas appare espressione di valori indubbiamente simili a tale modello metafisico, per quanto nei Contrappunti black and white, sia indubbio il suo tentativo di superare gli schemi rigidi metafisici attraverso un più attuale sistema di relazioni, di contrapposizioni e di effetti negativo/positivo e di flusso continuo”.
Prosegue poi Kristina Krasnyanskaya:“Spiritual Cities” è una mostra dedicata alle convergenze tra globalizzazione e individuo, ricerca personale e società. Oksana Mas interroga il proprio pubblico: “Che cos’ è la spiritualità, oggi, in una società moderna? Quali sono le radici spirituali della società contemporanea? In che posizione si trova la religione oggi? C’è spazio per il cambiamento individuale nella società globale? In che modo il progresso scientifico dà forma alle nostre menti e al nostro futuro?” Queste sono solo una serie di domande alle quali l’artista cerca di rispondere con “Spiritual Cities”.