
Alessio Nicoletti interviene, con un comunicato stampa, sulla presenza degli stranieri nelle classi delle scuole varesine, citando alcuni esempi in cui la percentuale risulta davvero troppo alta causando così una situazione critica.
Abbiamo sempre sostenuto la necessità di evitare la concentrazione di alunni stranieri nelle singoli classi e nei singoli plessi scolastici. Una posizione di buonsenso, riteniamo, volta ad evitare una serie di disfunzioni formative e sociali. La soglia limite fissata da più parti è quella del 30%, percentuale già molto alta. Difficile insegnare ad una classe con percentuale superiore al 30% di alunni stranieri. Difficile attuare una normale
integrazione in una classe con una percentuale superiore al 30% di alunni stranieri. Facile prevedere la“fuga” degli italiani da quei plessi scolastici che superano il 30% di alunni stranieri. Detto questo, abbiamo ritenuto, attraverso un formale accesso agli atti, di verificare la situazione di Varese, riscontrando dati eclatanti.
I dati in nostro possesso sono relativi a trentadue plessi scolastici, che non cito volutamente, su trentasette (per 5
i dati non sono ancora disponibili) ed in otto casi si supera la soglia del 30%
con una punta massima del 68,4%. In particolare, gli otto plessi scolastici in
questioni hanno percentuali di alunni stranieri pari al 68,4%, 48,2%, 48,1%, 46,8%, 39,1%, 36,8%, 33,9% e 32,1%.
Altri otto plessi scolastici hanno percentuali di alunni stranieri tra il 20% ed il 30%. Tutti gli altri plessi(16) hanno percentuali sotto il 20%, di
cui sei sotto il 10%. Insomma, una situazione critica per diversi plessi scolastici che va affrontata quanto prima. Per questo, è nostra intenzione aprire un serio confronto sull’argomento per ricercare soluzioni percorribili e praticabili.