
«Il sindaco revochi le deleghe all’assessore Binelli». La richiesta arriva dall’opposizione, in particolare da Sel, Pd e Movimento 5 Stelle. Ed è motivata dalle dichiarazioni che l’esponente leghista ha rilanciato alla stampa nei giorni scorsi, esprimendo le proprie opinioni sui fatti di Parigi.
«Il comportamento degli amministratori deve sempre essere improntato all’imparzialità e al rispetto di tutti i cittadini – si legge nella richiesta di dimissioni – lo Statuto Comunale oltre a riconoscere l’affermazione dei valori della persona umana e dei principi di solidarietà come elementi basilari della civile ed equilibrata convivenza fra le diverse componenti del tessuto sociale, stabilisce che è compito dell’Amministrazione rimuovere nel rispetto della legge e nell’ambito dei propri poteri ogni situazione di disparità tra i cittadini dell’Unione Europea e degli straneri residenti con il resto della popolazione».
E quindi: «In una intervista pubblicata l’11 gennaio u.s. e, a quanto risulta, fino ad oggi, mai rettificata né smentita, l’Assessore Binelli prendendo a pretesto la strage terroristica di Parigi ripropone considerazioni e giudizi tipici di chi trova nutrimento culturale e politico nella istigazione all’odio razziale e religioso. L’equiparazione tra terrorismo e immigrati islamici e la denigrazione di una intera comunità rappresenta un fatto di gravità inaudita incompatibile con i principi sopra richiamati e un atto irrispettoso e provocatorio contro tutti gli immigrati che vivono onestamente del proprio lavoro e si comportano da cittadini rispettosi delle leggi e della convivenza civile. L’Assessore in un crescendo delirante si spinge al punto da proporre deportazioni forzate per quanti con la loro presenza turberebbero la purezza etnica degli autoctoni».
«Nonostante l’allarmante situazione descritta dall’Assessore non risulta che il Signor Sindaco si sia mai attivato per avanzare nella sede preposta del “Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza” misure preventive o repressive adeguate, né risulta che tale allarme sia mai stato condiviso dal Comitato presieduto dal Prefetto
«La Città di Varese, dopo i precedenti dell’altro assessore rimosso, non ha proprio bisogno di vedere ancora compromessa la propria immagine con “esternazioni” offensive nei confronti di persone, cittadini, comunità. Nella stessa intervista, si trova conferma che le stesse decisioni dell’Assessore in merito alla questione del “Centro di aggregazione culturale” siano state guidate dal pregiudizio e da uno spirito discriminatorio illegittimo».
Quindi i tre firmatari, Rocco Cordì di Sel, Fabrizio Mirabelli del Pd e Francesco Cammarata del Movimento 5 Stelle, chiedono «al Signor Sindaco la revoca delle deleghe conferite al suddetto assessore e un intervento, nel suo ruolo di rappresentanza di tutta la Città, presso le comunità offese per affermare un clima di dialogo e di confronto, nella convinzione che consolidare ed estendere i legami sociali e la partecipazione di tutti sia anche la condizione migliore per fronteggiare le sfide del presente».