Lombardia a Statuto speciale, il Pd dice no al referendum consultivo: “Troppo costoso e senza effetti”

Il centrodestra ha in programma la preparazione di una consultazione tra i cittadini per chiedere se siano d’accordo o meno nel chiedere maggiore autonomia. Ma i costi, contesta il centrosinistra, sarebbero eccessivi: 30 milioni di euro

27 Luglio 2014
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La Regione si prepara a indire un referendum consultivo per chiedere lo statuto speciale per la Lombardia. Ma, dal momento che si tratterebbe di una consultazione senza effetti giuridici, il Pd si dice contrario.

Il consiglio regionale della Lombardia discuterà lunedì 28 luglio e il giorno successivo l’assestamento al bilancio della Regione. All’interno del documento la giunta regionale ha previsto uno stanziamento di 30 milioni di euro, due nel 2014 e ventotto nel 2015, per la celebrazione di un referendum consultivo popolare dei cittadini lombardi per la trasformazione della Lombardia a Regione a Statuto speciale.

“Il referendum non avrebbe effetti giuridici, in quanto la “specialità” è assegnata dalla Costituzione, per la cui modifica occorre un voto del Parlamento a maggioranza qualificata in doppia lettura” dicono dal Pd.

Che è contrario a questo spostamento di risorse da altri capitoli, e su questo baserà in Aula le proprie proposte di modifica dell’assestamento e dunque del bilancio regionale. Il gruppo democratico ha presentato 40 emendamenti che mirano a utilizzare in modo utile quei 30 milioni di euro (insieme ai 4 milioni che la giunta Maroni si è riservato per la comunicazione, con un altro stanziamento in assestamento).

Tre sono i temi principali:

–       Il Lavoro, per cui il Pd chiede di destinare 13 milioni di euro per la dote unica, per l’apprendistato e per i contratti di solidarietà

–       Le famiglie, per cui il Pd chiede di ripristinare il fondo sociale regionale ai valori dello scorso anno aggiungendo 12 milioni di euro e di incrementare il fondo sociale affitti di 15 milioni

–       Il risarcimento danni per eventi calamitosi come l’esondazione del Seveso, per cui il Pd chiede di incrementare il fondo regionale di 10 milioni di euro

“La Regione Lombardia non può permettersi di buttare dalla finestra trenta milioni di euro in questo modo – dichiara il capogruppo pd Enrico Brambilla -, soprattutto quando ci sono emergenze vere. Il lavoro, prima di tutto, ma anche il fondo sociale, con cui i Comuni fanno gli interventi per i disabili, per gli anziani e per le famiglie in difficoltà, che la Regione ha tagliato di quasi il 20%. O ancora per le emergenze idrogeologiche, come quella del Seveso”.

 

Il Pd interviene anche sulla parte “normativa” dell’assestamento, dicendo alcuni no.

–       No al regalo alle società del settore energetico che hanno impianti termoelettrici. La giunta intende scontare da qui in avanti per 30 milioni di euro le tariffe per l’utilizzo dell’acqua per il raffreddamento degli impianti, in cambio del pagamento degli arretrati accumulati dalle aziende nei confronti della Regione.

–       No all’ennesima operazione sulle aziende regionali che non porta ad alcuna, necessaria, semplificazione. La giunta ha deciso di scorporare da Finlombarda in favore di Infrastrutture Lombarde il ramo d’azienda, incorporato nella fusione con Cestec, che si occupa, tra le altre cose, di certificazione energetica degli edifici.

–       No alla vendita del patrimonio di Aler Milano per risanare il bilancio. È contro la legge nazionale, che prevede che gli introiti dalla vendita di alloggi debbano essere utilizzati per acquistare, costruire, risanare o fare manutenzione di altri alloggi.

–       No alla sottrazione alle Province di Cremona e Mantova della gestione dei porti fluviali sul fiume Po, per riportarli in capo alla Regione. Sarebbe un’operazione costosa, inutile e fermerebbe gli investimenti in atto e in progetto, che la Regione per legge non potrebbe fare.

–       Sì, invece al passo indietro sulla legge sulla competitività dove vengono abbandonate alcune forzature ideologiche sulla moneta complementare e sul marchio “made in Lombardy” per adeguarsi alle sagge prescrizioni del governo.

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