Silicon Valley e Seattle: sono questi gli obiettivi di una missione imprenditoriale che l’Unione degli Industriali della Provincia di Varese sta organizzando per le imprese del territorio. Le date sono già state fissate: da sabato 10 a domenica 18 ottobre 2015.
L’iniziativa è stata presentata in un primo incontro preparatorio che si è tenuto nella Sede di Gallarate dell’Unione Industriali e che ha coinvolto un primo gruppo di aziende potenzialmente interessate.
IL PERCHÉ DELLA MISSIONE
Molti dei grandi cambiamenti a livello tecnologico che coinvolgono sia il mondo dei servizi avanzati, sia quello della manifattura hanno la propria culla nella West Coast degli Stati Uniti. Un modello di sviluppo basato sulla presenza di un potente ecosistema imprenditoriale che crea attorno ai giovani imprenditori un network fatto da grandi imprese, mentors di esperienza, venture capitalist, angel investors, incubatori ed acceleratori, Università, parchi scientifici e supporti governativi. Questo l’ecosistema di cui l’Unione Industriali vuole approfondire la conoscenza dopo una prima missione che si era già tenuta nel 2014 e che era stata realizzata in collaborazione con la LIUC – Università Cattaneo. Oggi come allora l’interesse è quello di potenziare le occasioni di relazione tra il tessuto produttivo locale varesino e la Silicon Valley, dove un vero e proprio network si è venuto a creare col tempo grazie ad alleanze e ad accordi strategici finalizzati ad agevolare, diffondere e consentire quel “passaggio al digitale” che si ritiene sarà uno dei punti su cui le imprese potranno costruire il proprio vantaggio competitivo: esiste ormai la convinzione che sarà la capacità di integrare tecnologie abilitanti, quali ad esempio i sistemi RFId, l’Internet of Things, la stampa 3D, nei diversi livelli dei processi aziendali (da quello operativo a quello strategico) a permettere alle imprese di rimanere competitive sul mercato nel lungo periodo.
“Le tecnologie del cosiddetto ‘Internet delle cose’ – spiega il Presidente dell’Unione Industriali, Riccardo Comerio – non hanno applicazione nelle sole attività legate all’high tech o all’informatica. L’utilizzo di applicazioni mobile, della sensoristica, dell’analytics, del cloud computing, dei social media hanno grande opportunità di utilizzo anche in realtà medium tech, particolarmente presenti sul nostro territorio. Anche quelle più strettamente manifatturiere e appartenenti a settori maturi dell’industria. È questo che si intende quando si parla di Industria 4.0. Un fronte su cui dobbiamo affermarci come una punta avanzata del sistema produttivo nazionale”.
OBIETTIVI DELLA MISSIONE
“La Missione – afferma Marco De Battista, Responsabile delle Aree Economiche dell’Unione Industriali – ha lo scopo di agevolare le imprese varesine che vi prenderanno parte nell’individuare esperienze, prodotti, tecnologie innovative da integrare nella propria offerta e nei propri processi per perseguire un vantaggio competitivo”.
Questo grazie al confronto diretto con testimonianze di aziende italiane presenti in Silicon Valley e di operatori statunitensi locali, nonché con l’organizzazione di visite a realtà manifatturiere avanzate dove le logiche dell’impresa intelligente siano utilizzate intensivamente: il programma della Missione prevede infatti lo svolgimento di visite a realtà quali Tesla Motor, Google, e ad altre realtà manifatturiere. Oltre che in realtà accademiche come quella dell’Università di Stanford.
“Non c’è provincia italiana in cui oggi non si affermi di voler realizzare una Silicon Valley casereccia”, ha affermato in un suo recente articolo sulla rivista Varesefocus il docente universitario Marco Astuti che da trent’anni organizza missioni di imprenditori alla scoperta dei santuari dell’innovazione tecnologica, soprattutto nella Silicon Valley e che sul magazine dell’Unione Industriali cura una rubrica proprio su questi temi. Nel suo ultimo articolo, così come durante il convegno di presentazione della missione a Gallarate, ha spiegato perché di Silicon Valley, nonostante le tante ambizioni di imitazione, ce ne sia una sola: “Anche riuscire a replicare tutti i fattori di questo ecosistema formidabile in un’altra parte del mondo non sarebbe sufficiente. Perché in ogni caso non si riuscirebbe a costruire quella cultura che in Silicon Valley si è consolidata nei 100 anni della sua storia e che è software. Qualche esempio fra i più evidenti: la convinzione che le startup sono un settore industriale, l’imprenditorialità è una professione, l’imprenditore non può che essere crazy, la consapevolezza che dopo tre anni di lavoro presso un’azienda si deve assolutamente cambiare (per il bene del lavoratore, dell’azienda che lascia e di quella in cui approda), prendersi rischi è parte essenziale dell’impegno professionale ed è bello, il fallimento della propria impresa è definita esperienza ed è un titolo di merito nel proprio curriculum e tale è riconosciuto”. Dunque se il sistema non è replicabile, unica soluzione è costruire dei ponti per creare relazioni. Come fatto recentemente dalla LIUC – Università Cattaneo e dal proprio laboratorio di fabbricazione digitale, SmartUp, dove è nato il primo Innovation Center europeo di MakerBot, operatore statunitense, tra i più importanti produttori di stampanti 3D. Ora, però, l’obiettivo è di allargare le opportunità alle imprese.
ADESIONE DELLE IMPRESE
Le imprese associate all’Unione Industriali che vogliono partecipare alla missione possono compilare il modulo di manifestazione di interesse andando sulla home page del sito www.univa.va.it dove è pubblicato l’apposito banner.