Le dieci priorità dell’Unione degli Industriali

Le aziende che hanno avuto livelli produttivi stabili sul finire d’anno sono state il 43%. A crescere è stato il 32% delle aziende, mentre il calo delle attività ha riguardato il 25%

04 Febbraio 2016
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L’industria varesina viaggia a diverse velocità. I macchinari trainano il metalmeccanico. Le industrie del tessile e abbigliamento si spaccano percentualmente in due: metà in crescita, l’altra in calo. Sulla chimica-farmaceutica pesa la discesa dei prezzi del greggio. In rallentamento momentaneo la gomma-plastica, le cui aziende, però, si aspettano di tornare al segno più già nei prossimi mesi. È questa la fotografia del sistema produttivo che emerge dall’Indagine Congiunturale sul quarto trimestre 2015 redatta dall’Ufficio Studi dell’Unione degli Industriali della Provincia di Varese.

Il punto è stato fatto durante la tradizionale conferenza stampa di inizio anno dell’associazione datoriale. A livello generale le imprese del Varesotto che hanno registrato livelli produttivi stabili sul finire d’anno sono state il 43%. A crescere è stato il 32% delle aziende, mentre il calo delle attività ha riguardato il 25%. Diminuisce il ricorso agli ammortizzatori sociali: tra ore di cassa integrazione ordinaria, straordinaria e in deroga, il 2015 si è chiuso con un -28,7%. Bene l’export. Il dato aggiornato ai primi nove mesi del 2015 evidenzia una crescita del made in Varese sui mercati esteri del 6,8%. (Per dettagli e approfondimenti consultare l’Indagine congiunturale completa in allegato).

“Per descrivere l’attuale situazione del sistema economico del Varesotto – ha commentato il Presidente dell’Unione Industriali, Riccardo Comerio – potremmo usare un’immagine: quella di una bilancia della competitività. Da una parte il piatto coi fattori negativi che remano contro la nostra capacità di crescita; dall’altra il piatto coi fattori positivi che ancora garantiscono al nostro territorio più di un fattore competitivo rispetto ad altre aree nazionali ed europee. Il risultato è un temporaneo equilibrio. Un diffuso e generale sentiment di incertezza”.

 

Sul piatto dei FATTORI NEGATIVI il Presidente Comerio inserisce:

· Le tensioni internazionali legate al terrorismo e ad alcune aree geografiche come la Russia. (“Particolarmente pesanti – sostiene il Presidente di Univa – per un sistema produttivo come quello varesino fortemente orientato all’export”).

· Il calo del prezzo del petrolio. (“Una dinamica solo in apparenza positiva. Soprattutto per le imprese come quelle di un Paese, l’Italia, dove il costo della materia prima incide sulla bolletta solo per il 32%. Risultato: stiamo perdendo terreno competitivo rispetto ad altre realtà europee per le quali tariffe e oneri hanno una minore incidenza sul costo dell’energia”).

· L’ipotesi che la Ue riconosca entro il 2016 alla Cina lo status di “Economia di mercato”. (“Il venir meno delle protezione anti-dumping potrebbe mettere a rischio 2.800 posti di lavoro solo in provincia di Varese”).

· La tentazione di vivere di rendita. (“Il rischio è di annacquare attraverso il benessere creato nel passato le difficoltà economiche del presente”).

· Una burocrazia fuori dal tempo. (“Le amministrazioni pubbliche locali possono fare qualcosa di concreto: ad esempio rendere più efficienti gli Sportelli Unici. Una riforma a costo zero”).

 

Ma a colmare questi vuoti che remano contro la competitività delle imprese varesine, secondo Riccardo Comerio, ci sono altrettanti FATTORI POSTIVI:

· I primati dell’industria varesina. (“Siamo la quinta provincia per addetti nella gomma-plastica, la quinta nel chimico-farmaceutico, l’ottava nel tessile-abbigliamento-moda, la decima nel metalmeccanico”).

· La capacità di innovazione. (“Varese è la quinta provincia in Italia per numero di addetti, circa 11mila, impiegati nei settori ad alto contenuto tecnologico”).

· Malpensa. (“Può sembrare una provocazione inserire l’aeroporto tra i fattori positivi, ma parliamo comunque di un’industria che tra attività on-site, indotto e incoming turistico dà oggi lavoro a 87.400 persone, generando un gettito Irpef di 2 miliardi di euro”).

· La tensione al nuovo delle imprese. (“C’è una capacità diffusa di molte imprese di rimettersi in discussione. Occorre, però, trovare strumenti in grado di fare da moltiplicatore di queste capacità di punta”).

· L’internazionalizzazione delle imprese. (“Varese è tra le prime dieci province esportatrici d’Italia. Da soli esportiamo prodotti per un valore pari a quello di intere regioni. Esportiamo più di tutta la Sicilia, di tutta la Campania, di tutta la Liguria”).

 

Ma come fare in modo che la bilancia della competitività varesina penda verso la crescita? Da qui le 10 PRIORITÀ elencate da Riccardo Comerio. “10 azioni – ha precisato – alla base dell’agenda strategica che intendo portare avanti come Presidente dell’Unione Industriali nei prossimi anni”:

1. Fabbrica 4.0. La Fabbrica 4.0 non è per l’Unione uno slogan, ma un punto cardine di molte iniziative associative. (Azioni concrete: SmartUp, ìEC, missioni negli USA, aumento della partecipazione delle imprese al Cluster lombardo Fabbrica Intelligente, iniziative per diffondere cultura finanziaria, anche attraverso l’adesione al percorso Elite di Borsa Italiana).

2. Europa. Creare insieme a tutto il sistema lombardo una più efficace azione di lobby a Bruxelles in grado di tutelare gli interessi della manifattura e di convogliare su progetti di imprese lombarde e varesine i fondi a sostegno dell’innovazione (Azioni concrete: impegno corale a Bruxelles di tutto il Sistema che fa capo a Confindustria Lombardia).

3. Mercato del Lavoro:

o migliorare il rapporto famiglia/occupazione, creando sul territorio una rete diffusa di welfare aziendale;

o  fare degli ambienti di lavoro luoghi di promozione di nuovi stili di vita.

(Azioni concrete: il Progetto Welfare Varese, che ha visto l’adesione fino ad oggi di 30 imprese, per un totale di 3.940 addetti, e il Progetto WHP, che ha coinvolto fino ad oggi 31 aziende per 20.500 lavoratori).

4. Snellezza burocratica. Convincere le amministrazioni a migliorare l’efficienza degli Sportelli Unici. (Azioni concrete: costante confronto con le istituzioni locali degli esperti dell’Unione Industriali in tema ambientale e fiscale).

5. Malpensa. Liberalizzazione delle rotte e limitazione di Linate a ciò che è per natura: un city airport. (Azioni concrete: continuare a far sentire la voce di Univa in tutti i tavoli).

6. Legame con la comunità. Dar vita, con nuove iniziative di comunicazione, soprattutto digitale, ad un nuovo racconto della cultura d’impresa. (Azioni concrete: allargare l’attuale presenza sui social network dell’Unione Industriali, dare una nuova anima digitale al grande lavoro portato avanti in questi anni attraverso Varesefocus).

7. Capitale umano. Dar vita a nuove iniziative di formazione che (anche grazie ai fondi interprofessionali) siano in grado, sia di aggiornare le persone già impiegate, sia di dare maggiore opportunità occupazionali ai giovani, sia di riqualificare le risorse espulse dal mercato del lavoro. (Azioni concrete: l’attività della società di servizi di Univa, SPI – Servizi & Promozioni Industriali Srl, sul fronte dell’utilizzo delle risorse Fondimpresa).

8. Cluster. Valorizzare la flessibilità e la sartorialità delle Pmi trasformando quello che è spesso un limite, la dimensione aziendale, in un elemento che può trovare nuova linfa in innovative forme di collaborazione tra imprese e con il sistema accademico e della ricerca. (Azioni concrete: Lombardia Aerospace Cluster, Energy Cluster, Cluster Fabbrica Intelligente).

9. Giovani. Contrastare la disoccupazione giovanile attraverso innovativi progetti di alternanza scuola/lavoro. (Azioni concrete: il Progetto “Generazione d’Industria” che conta 30 aziende aderenti  e il coinvolgimento fino ad oggi di 110 studenti premiati con percorsi di stage e borse di studio).

10. Università. Rinsaldare il legame tra la LIUC – Università Cattaneo e l’imprenditoria locale (per rafforzare il ruolo dell’ateneo come strumento di competitività per le aziende);  allo stesso tempo lavorare sul legame tra territorio e la LIUC (per fare di quest’ultima uno strumento al servizio delle istituzioni nelle scelte politiche più strategiche). (Azioni concrete: le attività dei laboratori e dei centri di ricerca della LIUC).

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