“L’economia non è una macchinetta, ma traduce in senso materiale l’evoluzione culturale delle società “, “dobbiamo trovare nuove modalità per metterci insieme per produrre valore”, “L’affermazione ‘se tu consumi generi ricchezza’ non vale più”.
Questi sono alcuni degli spunti che ieri sera il professor Mauro Magatti ha offerto a una Sala Campiotti attenta e affollata per l’incontro di apertura del ciclo di conferenze sul tema del lavoro promosso dal gruppo della Lettera alla Città e dal Decanato, dove non sono mancati interessanti elementi di riflessione, capaci di fare ripensare a quanto sta avvenendo al mondo del lavoro nel nuovo contesto globale.
L’affondo più importante è stato sulla generazione di valore, autentico refrain della serata, secondo cui la crisi dalla quale faticosamente cerchiamo di affrancarci e le problematiche cui la società tutta è sottoposta, tra le quali in primis una potenziale crescente tensione intra-generazionale, può essere vinta solo se ci mettiamo insieme per la creazione di cose che valgono. Perciò dobbiamo tornare a chiederci: “quali sono i valori che ci interessano e interessano gli abitanti di questo mondo?”.
Riconoscere il valore, impegnarsi per esso mettendosi insieme in alleanze inedite, ripensare la formazione, dare valore e qualità al lavoro: sono sfide che riguardano le dimensioni più profonde della persona, che emergono in un tempo “in cui bisogna allearsi. Non in senso unicamente economicistico. Questa è la chiave per reinterpretare il lavoro.” L’attenzione a fare emergere nei giovani il desiderio, la spinta, l’urgenza a essere parte attiva nel proprio ambito e nella società è stata per lungo tempo lasciata in secondo piano. La responsabilità educativa di questo sconquasso è dei genitori e dei sistemi educativi, ma non si può tacere il fatto che certe prospettive poco allettanti dal punto di vista lavorativo dipendono da scelte di sistema, cioè da soggetti che operano a livello nazionale. “Non si può più pensare la formazione come un costo, ma come un investimento.”
Da qui, un provocante affondo sui NEET: uno dei dati più sorprendenti della mostra che sarà allestita in Camera di Commercio è che nella ricca e operosa Lombardia il 20% dei giovani è in questa situazione, ossia non studia e non cerca lavoro. Quale spiegazione per un fenomeno del genere? “La spinta allo sviluppo ha a che fare con la spinta personale, la spinta vitale! Quella per cui uno vuole una cosa, sente una urgenza e si mette a lavoro, con tutte le attività nelle quali è impegnato. Se manca questo nessuno sviluppo è possibile…”
La settimana dedicata al lavoro si apre dunque con l’urgenza di mettersi insieme per trovare nuove forme per navigare nel grande oceano della globalizzazione. “È interessante osservare come il metodo usato per costruire l’appuntamento “Fondati sul lavoro?” – ossia la partecipazione di diversi soggetti per una realizzazione comune- vada nella direzione giusta. Proseguire su questa strada comune è ancora più irrinunciabile, perché – come ricordava Magatti- “siamo nel mare grosso, abbiamo perso la corrente che ha guidato tutte le barche fino a poco tempo fa (cioè l’iper-finanziarizzazione di stampo neo-liberista) e ci siamo dispersi, ma da soli non si trova la direzione giusta per la navigazione”. Fare tesoro di quanto uscito nella serata di apertura consentirà di vivere al meglio gli appuntamenti di giovedì venerdì e sabato, ma soprattutto ci dà una prospettiva non scontata per affrontare il lavoro.