
Una città che finalmente aspiri ad essere l’unico capoluogo della provincia. Non solo a livello istituzionale, ma anche politico e strategico. Questo l’auspicio del consigliere comunale di Forza Italia Piero Galparoli, il quale si dice favorevole al progetto della “Grande Varese”. Ovvero, l’ipotesi di fusione tra Varese e i comuni limitrofi, che di fatto già compongono un unica grande realtà territoriale e di servizi. Ma che sono amministrativamente separati. Il progetto è stato proposto dal consigliere di Movimento Libero Alessio Nicoletti (leggi qui), che andrà al voto lunedì prossimo in consiglio comunale. E Galparoli si dice pronto a sostenerlo. Insieme a lui, probabilmente, ci saranno anche altri esponenti di Forza Italia (il partito lascerà libertà di voto), mentre la Lega sarà probabilmente contraria, secondo quanto dice il segretario cittadino Marco Pinti. Dal Pd arriverà tendenzialmente un voto a favore, con la possibilità di uno o più emendamenti, come spiega il capogruppo Fabrizio Mirabelli, “da sempre auspichiamo che Varese esca dall’isolamento e si faccia promotrice di una visione condivisa dei servizi e della gestione del territorio, dal momento che siamo già una grande città-territorio con i comuni limitrofi”, anche se per il momento propongono solo di fare rete sui servizi, senza arrivare ad una fusione definitiva. La posizione del Pd è stata ben espressa dal segretario cittadino Luca Paris (leggi qui). La novità è quindi l’adesione di parte di Forza Italia. “La discussione su un capoluogo più grande era nata quando c’era il rischio di accorpamento tra le province – dice Galparoli – con Como che sarebbe diventata capoluogo in quanto più popolosa di Varese. Oggi, anche se questo problema non c’è più, rimane il fatto che accorparci è un’opportunità per tutti i soggetti. Varese diventerebbe più popolosa e quindi avrebbe maggiori risorse e possibilità di essere strategica, riprendendosi quel ruolo di città-guida che di fatto Busto Arsizio, che ci ha superato come abitanti, ci sta togliendo”. Mentre i comuni più piccoli “avrebbero un grande risparmio economico e maggiori servizi. Oggi infatti le piccole realtà hanno sempre meno risorse per fare fronte alla richiesta di servizi da parte dei cittadini. Una grande città potrebbe invece essere da questo punto di vista più efficiente”.