Italia e Ungheria si incontrano ad Expo con Aime

L’Associazione imprenditori europei organizza un meeting alimentare per domenica 18 ottobre

15 Ottobre 2015
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Domenica 18 ottobre alle ore 12 presso il Padiglione Ungheria all’EXPO si terrà “Italia e Ungheria:
EXPO alle radici dei Regni del Gusto”, evento di promozione della cultura gastronomica italiana
ed ungherese, con il patrocinio del Commissario Ungherese per EXPO Gèza Szöcs, di AIME
Associazione Imprenditori Europei, e con la partecipazione di Birra Poretti, di Salumificio Colombo
e di Food Italia Hungary Kft.
L’evento, che ha anche lo scopo di attivare una collaborazione commerciale fra i due Paesi, verrà
introdotto dalla giornalista Carla Tocchetti, fondatrice di Sacro Monte di Varese Social Club, con
testimonianze di Marco Colombo, presidente di AIME-Agrolimentare e delega “Expo”, Melinda
Szilágyi, Consigliere dello sviluppo commerciale-economico del Consolato Generale di Ungheria,
e di Flavio Boero, “mente storica” del Birrificio Angelo Poretti. Al termine verrà proposta una
degustazione di prodotti dei due Paesi, tra cui la collezione alla birra della varesina Colombo
(salame ai quattro luppoli, coppa ai sei luppoli, toma ai cinque luppoli) e la birra ai dieci luppoli
Angelo Poretti; per la tradizione ungherese il Tokaji Furmint, oltre a salami e un formaggio a base
di latte di capra presentato in 4 aromatizzazioni.

Per saperne di più
Le culture gastronomiche italiana ed ungherese affondano le loro radici nei secoli, sino ad un punto
comune individuabile nel Rinascimento, intorno al 1500, epoca in cui vissero il re ungherese Mattia
Corvino e il mastro cuciniere Bartolomeo Scappi, il “lombardo Michelangelo della cucina”. Un
patrimonio originario diffuso in un’area relativamente omogenea, frutto di un continuo fertile
confronto, consolidato secoli piu’ tardi ai tempi dell’Impero austro-ungarico, ha favorito la
possibilità di creare prodotti e brand moderni, oggi affermati a livello planetario. Nel Rinascimento,
grazie alla circolazione dei primi viaggiatori colti, il gusto per il cibo era divenuto un aspetto
fondamentale per le dinastie nobiliari e di alto lignaggio dell’epoca, in quanto espressione di uno
stile di vita raffinato, innovativo ed alla moda, che impreziosiva il momento del convivio. Le occasioni
conviviali, arricchite da musica, ballo, lirica e poesia, erano circostanze importantissime in cui si
poteva rappresentare la propria eccellenza e stringere alleanze economiche e politiche.
Era lombardo, precisamente originario della provincia di Varese, il mastro cuciniere Bartolomeo
Scappi che nel XVIsec. scrisse il trattato di cucina più famoso d’Europa ed ebbe il privilegio di servire
i papi Pio V e Gregorio XIII. L’opera di Scappi esprime una profonda conoscenza di alimenti e bevande
prodotte anche in paesi lontani, come l’Ungheria che sotto Mattia Corvino pochi anni prima aveva
raggiunto l’apice di uno sviluppo ineguagliato. Nel trattato di Scappi c’è un saper fare gastronomico
ricercatissimo, fatto di ricette che privilegiano freschezza e qualità degli alimenti, competenza nel
preparare e conservare vivande e bevande, insieme a preparazioni particolari per chi si trova in
condizioni di salute speciali. Un approccio tuttora alla base del successo gastronomico raggiunto in
tempi moderni dai due Paesi, veri e propri Regni del Gusto: ne sono testimonianza, ad esempio, l’
amplissima varietà dei vini provenienti dalla regione del Tokaij, la tradizione ungherese nella
lavorazione degli insaccati e del fegato d’oca, la produzione tutta italiana delle birre Poretti declinate
in varie tipologie di luppoli e i geniali insaccati e formaggi d’alpe aromatizzati alla birra del
Salumificio Colombo

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