In Lombardia cresce la rete di sportelli informativi per gli Assistenti familiari

I dati nella relazione esaminata dal Comitato di controllo e valutazione

16 Luglio 2020
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Aumentano in Lombardia gli sportelli informativi e i registri territoriali a supporto delle persone in condizione di fragilità e delle loro famiglie. Nello specifico gli sportelli attivi in Lombardia sono 272 (nel 2017 erano 116) e i registri 114, con una capillarità che copre il 76,5% del totale e un aumento di 9 punti percentuali rispetto al 2017. Questo il dato contenuto nella relazione esaminata dal Comitato paritetico di controllo e valutazione (presieduto da Barbara Mazzali – FdI e da Marco Degli Angeli – M5S, Vice Presidente). L’analisi ha preso le mosse dalla clausola valutativa sull’attuazione della legge regionale 15/2015 che ha introdotto interventi a favore del lavoro degli assistenti familiari.

La Presidente Mazzali e Carlo Borghetti (PD), Vice Presidente del Consiglio regionale della Lombardia, hanno illustrato il documento all’esame del Comitato paritetico, sintetizzando i risultati presenti nella Relazione della Giunta circa le misure per la valorizzazione del lavoro di cura delle “badanti”.

Nello specifico, si evidenzia che nel 2019 è stata sperimentata una piattaforma informatica per la messa in rete degli sportelli informativi e per l’adozione del “registro regionale” degli Assistenti familiari. La sperimentazione è avvenuta negli ambiti territoriali di Milano, Bergamo e Olgiate Comasco. Incoraggianti i primi risultati che avrebbero dovuto portare alla diffusione della sperimentazione nei 72 Ambiti, decisione interrotta a causa dell’emergenza COVID-19.

Qualche difficoltà, invece viene registrata nella diffusione della misura “Bonus Assistenti Familiari”, il cui obiettivo era diminuire il carico delle spese previdenziali, con un contributo di un massimo di 1.500 euro, sulle spese per la retribuzione dell’assistente familiare. La relazione rileva che a marzo 2020 sono state ammesse 54 domande, 17 delle quali hanno beneficiato anche della quota aggiuntiva data dal Fattore Famiglia Lombardo. Secondo i dati della relazione, risulta che a marzo 2020 il contributo complessivo assegnato ai destinatari è stato pari a 29.551,50 euro. Secondo quanto evidenziato dal confronto con gli Ambiti dei Comuni il motivo dell’esiguità delle domande va cercato in una “resistenza”, sia da parte degli assistenti familiari sia delle famiglie assistite, a concepire un sistema diverso da quello attuale, principalmente fondato su “modalità privatistiche”.

Il numero di domande presentate è senza dubbio molto inferiore alle risorse e alle attese, se si considera che si stima che in Lombardia siano 175.000 le famiglie che si avvalgono di badanti – ha commentato Carlo Borghetti -. Sarebbe forse opportuno intervenire rivedendo i criteri di assegnazione della misura”.

Occorre una riflessione più ampia per migliorare nel complesso le modalità di intervento, anche ampliando a tutti gli ambiti il ricorso al Registro regionale”, ha sottolineato la Presidente Mazzali.

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