Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II sono Santi. Un milione di pellegrini a Roma

La Canonizzazione dei due Papi questa mattina, domenica 27 aprile, con la proclamazione da parte di Papa Francesco. Enorme la folla di fedeli che ha seguito l’evento

27 Aprile 2014
Guarda anche: EuropaItaliaMondo
Papi santificazione

Quasi un milione di pellegrini ha seguito questa mattina, domenica 27 aprile, la Canonizzazione di Papa Giovanni XXIII e Papa Giovanni Paolo II.
Un fiume di persone che ha “invaso” la Capitale, nei giorni di sabato e domenica e per assistere la quale le autorità e le Forze dell’Ordine hanno messo in piedi un’eccezionale macchina organizzativa.

L’evento ha avuto risonanza mondiale. Si tratta di due figure di Papi tra le più amate nella storia.

Alle ore 10 di questa mattina, II Domenica di Pasqua o della Divina Misericordia, il Santo Padre Francesco ha celebrato l’Eucaristia sul sagrato della Basilica Vaticana per la Canonizzazione dei Beati GIOVANNI XXIII, Papa (1881-1963) e GIOVANNI PAOLO II, Papa (1920-2005).

Hanno concelebrato con il Santo Padre oltre 150 cardinali e 700 vescovi, come pure il Papa emerito Benedetto XVI. All’altare sono saliti i Cardinali Angelo Sodano, Decano del Collegio Cardinalizio; Giovanni Battista Re, dell’Ordine dei Vescovi; Stanisław Dziwisz, Arcivescovo di Kraków; Agostino Vallini, Vicario per la Diocesi di Roma e il Vescovo di Bergamo, Mons. Francesco Beschi.

All’inizio del Rito, il Cardinale Angelo Amato, SDB, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, accompagnato dai Postulatori P. Giovangiuseppe Califano, OFM, e Sławomir Oder, ha rivolto al Papa le tre petizioni, quindi il Santo Padre Francesco ha pronunciato la Formula di Canonizzazione con la quale ha dichiarato e proclamato Santi Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II.

Di seguito pubblichiamo il testo dell’omelia che il Papa ha pronunciato nel corso della solenne celebrazione:

Omelia del Santo Padre

Al centro di questa domenica che conclude l’Ottava di Pasqua, e che san Giovanni Paolo II ha voluto intitolare alla Divina Misericordia, ci sono le piaghe gloriose di Gesù risorto.

Egli le mostrò già la prima volta in cui apparve agli Apostoli, la sera stessa del giorno dopo il sabato, il giorno della Risurrezione. Ma quella sera, come abbiamo sentito, non c’era Tommaso; e quando gli altri gli dissero che avevano visto il Signore, lui rispose che se non avesse visto e toccato quelle ferite, non avrebbe creduto. Otto giorni dopo, Gesù apparve di nuovo nel cenacolo, in mezzo ai discepoli: c’era anche Tommaso; si rivolse a lui e lo invitò a toccare le sue piaghe. E allora quell’uomo sincero, quell’uomo abituato a verificare di persona, si inginocchiò davanti a Gesù e disse: «Mio Signore e mio Dio!» (Gv 20,28).

Le piaghe di Gesù sono scandalo per la fede, ma sono anche la verifica della fede. Per questo nel corpo di Cristo risorto le piaghe non scompaiono, rimangono, perché quelle piaghe sono il segno permanente dell’amore di Dio per noi, e sono indispensabili per credere in Dio. Non per credere che Dio esiste, ma per credere che Dio è amore, misericordia, fedeltà. San Pietro, riprendendo Isaia, scrive ai cristiani: «Dalle sue piaghe siete stati guariti» (1 Pt 2,24; cfr Is 53,5).

San Giovanni XXIII e san Giovanni Paolo II hanno avuto il coraggio di guardare le ferite di Gesù, di toccare le sue mani piagate e il suo costato trafitto. Non hanno avuto vergogna della carne di Cristo, non si sono scandalizzati di Lui, della sua croce; non hanno avuto vergogna della carne del fratello (cfr Is 58,7), perché in ogni persona sofferente vedevano Gesù. Sono stati due uomini coraggiosi, pieni della parresia dello Spirito Santo, e hanno dato testimonianza alla Chiesa e al mondo della bontà di Dio, della sua misericordia.

Sono stati sacerdoti, e vescovi e papi del XX secolo. Ne hanno conosciuto le tragedie, ma non ne sono stati sopraffatti. Più forte, in loro, era Dio; più forte era la fede in Gesù Cristo Redentore dell’uomo e Signore della storia; più forte in loro era la misericordia di Dio che si manifesta in queste cinque piaghe; più forte era la vicinanza materna di Maria.

Tag:

Leggi anche: