
È un tema cruciale per il sistema economico e sociale varesino: dopo aver toccato il picco nel 2016, quando erano ben 27mila, gli ultimi dati ci dicono che sono scesi a 22mila i giovani varesini tra i 15 e i 29 anni che non risultano né occupati, né inseriti in un percorso regolare di istruzione/formazione (Not in Education, Employment or Training – NEET). «La preoccupazione rispetto alla situazione dei giovani che l’analisi racchiude nell’acronimo NEET non può però che restare alta – sottolinea il presidente della Camera di Commercio di Varese, Fabio Lunghi –. Non possiamo permetterci, come sistema economico e soprattutto sul piano sociale, la dispersione di risorse umane preziose come quelle rappresentate dai nostri ragazzi tra il 15 e i 29 anni. Al contrario, dobbiamo fare di tutto affinché ci sia una concreta ed efficace sovrapposizione tra le competenze e le aspettative dei giovani e il fabbisogno delle nostre imprese. Questo con l’obiettivo non solo di garantire al sistema economico quel supporto in termini di capacità e di entusiasmo giovanile indispensabile per competere sui mercati, ma anche di offrire ai giovani reali opportunità di realizzarsi professionalmente. Si tratta insomma di mettere in atto iniziative che possano limitare il rischio di scivolare nella situazione NEET».
Da qui anche i progetti messi in campo dalla Camera di Commercio per favorire l’orientamento al lavoro e alle professioni. La prossima tappa è prevista per mercoledì 5 dicembre, quando nelle sale della sede centrale di piazza Monte Grappa si svolgerà “Camera Orienta”. Sarà un momento di analisi e discussione rivolto agli studenti della scuola secondaria superiore e ai loro docenti che nei vari istituti si occupano di orientamento, con l’intervento anche di esperti sul mercato del lavoro.
Intanto, l’Ufficio Studi e Statistica della Camera di Commercio evidenzia come la discesa del tasso di disoccupazione provinciale, diminuito complessivamente dal 9% del 2016 al 6,5%, stia riguardando anche le giovani generazioni: qui l’indicatore scende dal 32,1% del 2015 al 29,3% dello scorso anno. “Una diminuzione che non deve far comunque abbassare la guardia – riprende il presidente Lunghi – rispetto alla situazione di questa fascia di popolazione, che comprende ragazze e ragazzi tra i 15 e i 24 anni, escludendo quelli ancora inseriti nel percorso scolastico”.
Più in generale, il mercato del lavoro presenta delle “segmentazioni”: non per tutti i soggetti le chance di trovare lavoro sono le stesse. Per esempio, il tasso di disoccupazione femminile con il 7,8% è più alto di quello maschile, pari al 5,4%. Allo stesso modo, anche il titolo di studio incide in modo significativo: esiste, infatti, una relazione positiva tra formazione e occupazione, con livelli di istruzione più elevati che offrono maggiori opportunità di impiego.