Coronavirus, via Maspero aperta h24 per i senza fissa dimora

Il progetto realizzato, grazie a una donazione, dai Servizi sociali in collaborazione con i City Angels.

30 Marzo 2020
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Il ricovero per senza fissa dimora di via Maspero rimarrà in questi giorni aperto ventiquattr’ore su ventiquattro. Un progetto che è stato realizzato dai Servizi sociali di Palazzo Estense, in collaborazione con i City Angels cittadini, grazie a una donazione dell’associazione “Sulle Ali”.

«La solidarietà – afferma l’assessore ai Servizi sociali Roberto Molinari – è un valore che stiamo sperimentando quotidianamente. In questi giorni abbiamo avviato un percorso per offrire ai senza fissa dimora che dormono nella nostra struttura di via Maspero la possibilità di rimanerci anche durante il giorno, anziché girovagare per le vie della città. Questa iniziativa è stata presa proprio per dare loro la possibilità di avere un ricovero, ma nello stesso tempo anche di usufruire di un luogo dove sicurezza e accoglienza con personale preparato sono elemento qualificante. Progetti di questo tipo, ci tengo a sottolinearlo, sono possibili solo grazie alla collaborazione tra Amministrazione, Servizi Sociali, volontariato e terzo settore. In questa circostanza il mio ringraziamento va in particolare all’Associazione “Sulle Ali”, per la donazione che generosamente ha voluto fare ai City Angels di Varese. Il nostro obiettivo è, come più volte detto, quello di non lasciare solo nessuno, specialmente persone fragili che molto spesso si trovano in isolamento sociale. Ringrazio poi il consigliere comunale Francesca Ciappina, che ha consentito e favorito il confronto tra le diverse realtà che animano il nuovo percorso intrapreso».

L’associazione “Sulle Ali” è una realtà del mondo del volontariato che si occupa di garantire supporto e sostegno a soggetti che, senza scopo di lucro, agiscono nel territorio del Comune di Varese e dei comuni di competenza territoriale della ASST Sette Laghi. I campi in cui opera sono quelli della cura, della degenza e dell’ospedalizzazione domiciliare, con particolare riguardo all’Unità operativa di Anestesia, Terapia del dolore e Cure palliative dell’Ospedale di Circolo di Varese.

«Il nostro obiettivo – le parole del presidente di “Sulle Ali” Giovanni Verga – è quello di accompagnare le persone affette da patologie evolutive a esito fatale nel breve termine, prendendoci cura di esse nella loro globalità. Cerchiamo di riconoscere e affrontare i bisogni fisici, emozionali, psicologici e sociali che esse esprimono, diffondendo nel contempo la cultura dell’assistenza al malato terminale anche attraverso la formazione di volontari destinati al sostegno alle famiglie. In questo particolarissimo e delicato momento storico che sta duramente colpendo il nostro Paese e, soprattutto, la nostra regione, vorremmo poter appoggiare quegli interventi sul territorio ritenuti essenziali per garantire sicurezza e serenità a persone particolarmente fragili. È per questa ragione che abbiamo apprezzato il dinamismo dell’Amministrazione comunale di Varese e l’attenzione dei Servizi sociali prestata anche in questo frangente particolarmente difficile ai senza fissa dimora, proponendoci così di sostenere economicamente i City Angels».

Un sostegno accolto con gratitudine dai City Angels varesini e dal loro coordinatore Andrea Menegotto: «Ringrazio – ha affermato – innanzitutto l’associazione “Sulle Ali” per l’attenzione e la disponibilità messa in campo in un periodo così tormentato per il nostro Paese e per la nostra Regione. Il progetto che abbiamo elaborato in collaborazione con l’Amministrazione comunale e, in particolare, con l’Assessorato ai Servizi sociali punta a rispondere certamente a una particolare esigenza dell’oggi, l’ormai famoso “Io resto a Casa”. Ci proponiamo di dare sicurezza e tutela anche durante il giorno ai senza fissa dimora che già ospitiamo al centro di via Maspero, mettendo a disposizione quegli strumenti che, nella nostra attività che da ormai tre anni ci vede presenti quotidianamente sulle strade della città di Varese, riteniamo essenziali per poter proseguire un percorso che non è solo di assistenza. Quest’ultimo è infatti solo un primo passo, nel tentativo di arrivare anche a un recupero dell’autonomia e a una vera e propria inclusione sociale».

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