Coronavirus, il grazie di Varese a chi ha lavorato senza sosta

Duecento persone al concerto del Quintetto d’Archi dell’Accademia Teatro alla Scala. A professionisti, artigiani e volontari consegnate le pergamene da sindaco e prefetto

13 Luglio 2020
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Duecento varesini, numeri da tutto esaurito. E solo perché le attuali disposizioni per il contrasto alla diffusione della pandemia non consentivano di ospitare più gente. In tanti hanno reso omaggio, domenica sera, ai professionisti, agli artigiani e ai volontari che, nei mesi in cui il coronavirus ha messo in ginocchio l’intero Paese, non si sono mai fermati, garantendo a tutto il territorio la continuità di servizi essenziali. C’erano le Forze dell’ordine, gli industriali, i panettieri, i giornalisti. Oltre, ovviamente, a medici, infermieri e altri rappresentanti del mondo sanitario. Fare un elenco completo delle categorie da ringraziare – ai rappresentanti di ciascuna di esse è stata consegnata una speciale pergamena da parte del sindaco e del prefetto della Città Giardino – è praticamente impossibile. Così a Palazzo Estense è rimasto anche un riconoscimento simbolico «dedicato a tutti coloro che non è stato possibile convocare».

Per l’appuntamento è stata scelta la suggestiva cornice del Cortile d’onore di Palazzo Estense. Qui, poco dopo le 18 e con un ritardo di qualche minuto legato alle procedure di controllo imposte all’ingresso dalle normative covid, sono risuonate le note del Quintetto d’Archi dell’Accademia Teatro alla Scala. A far risuonare le note del Quintetto per archi in do maggiore op. 163 D. 956 di Franz Schubert, introdotto dal maestro Fabio Sartorelli, sono stati i violini di Paloma Martin e Giuliana De Siato, la viola di Lorenza Merlini e i violoncelli di Julia Caro Trigo e Berta Planell Molist

«Il nostro – ha sottolineato il sindaco Davide Galimberti – è un piccolo gesto, con il quale vogliamo esprimere la nostra infinita gratitudine a tutti quei concittadini che, portando avanti il loro quotidiano impegno lavorativo, hanno permesso alla città e al Paese di affrontare una prova semplicemente inimmaginabile. Decidere di farlo con un momento musicale è stato quasi naturale, perché nessuna parola potrebbe mai esprimere davvero tutto quello che abbiamo provato nei mesi scorsi e che ancora stiamo provando».

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