Chi insulta su Facebook rischia 100 euro di multa al giorno

Un’ordinanza innovativa, emanata dal Tribunale di Reggio Emilia, ha previsto una sanzione per ogni giorno di ritardo nella rimozione dei post offensivi

04 Maggio 2015
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Facebook insulti

Un insulto su Facebook può costare fino a 100 euro al giorno di multa. Questo l’esito di una sentenza, emessa dal Tribunale di Reggio Emilia, destinata a fare da “apripista” in numerose querelle sui social network. Nel mondo del web, dove tutti scrivono di tutto e, forse perché ci si sente erroneamente protetti dall’essere dietro uno schermo anziché faccia a faccia, purtroppo i comportamenti poco educati (decisamente un eufemismo) sono ormai all’ordine del giorno.

E in molti casi scattano le querele per ingiuria e diffamazione.

Tuttavia, non sempre l’insulto viene tolto dal social network. E quindi, per arrivare al risultato, come racconta Il Resto del Carlino, ci ha pensato un avvocato di Reggio Emilia Stefano Manfreda, che è riuscito ad ottenere dal giudice civile Chiara Zompì un’ordinanza nuova: la rimozione immediata dal social network dei post ritenuti offensivi nei confronti della sua cliente. In caso di non ottemperanza, scatta una multa di cento euro al giorno per ogni giorno di ritardo.

La storia

La vicenda riguarda una parrucchiera unisex, proprietaria di un’attività in un paese della provincia emiliana, che  effettua anche la vendita di prodotti di bellezza. Per pubblicizzare i suoi prodotti utilizza molto Facebook.

A partire dallo scorso ottobre, quando ha iniziato la pubblicizzazione, è comparso su Facebook un post che riprendeva quello dei prodotti della parrucchiera, accompagnato da frasi offensive. Il profilo sul quale era comparso il posto apparterrebbe al compagno di un’estetista, che ha un’attività nelle vicinanze della parrucchiera. E a quanto pare non avrebbe “gradito” la presunta “concorrenza sleale”.

Fatto sta che la vittima degli insulti presenta denuncia. Tuttavia i post non spariscono dal profilo, e anzi proseguono, senza però nominare per nome la parrucchiera.

Alla fine la donna si rivolge al legale, che decide di sperimentare la nuova ordinanza, accolta dal giudice. L’effetto è immediato: i post sono scomparsi. E all’autore verranno probabilmente addebitate le spese legali.

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