
Il caso – Il programma per la raccolta di dati su Facebook fu avviato dalla Cambridge Analytica sotto la supervisione di Steve Bannon, l’ex stratega di Donald Trump. Per Chris Wylie – la talpa che ha provocato lo scandalo – Bannon, tre anni prima il suo incarico alla Casa Bianca, cominciò a lavorare a un ambizioso programma: costruire profili dettagliati di milioni di elettori americani su cui testare l’efficacia di molti di quei messaggi populisti che furono poi alla base della campagna elettorale di Trump.
Le conseguenze – Crolli in Borsa, campagne a suon di hashtag sul web, vertici che traballano, governi che chiedono spiegazioni e ora anche i primi documenti depositati in tribunale.
L’intervento di Zuckerberg – “Ho fatto partire io Facebook, e sono quindi responsabile per ciò che accade su questa piattaforma. Sono seriamente intenzionato a fare il necessario per proteggere la nostra comunità. Anche se un caso specifico come quello di Cambridge Analytica non dovrebbe più succedere con le app di oggi, questo non cambia ciò che è accaduto nel passato. Da questa esperienza potremo imparare a rendere più sicura la nostra piattaforma e a rendere più sicura la nostra comunità. Desidero ringraziare tutti coloro che continuano a credere nella nostra missione e nel nostro lavoro per costruire insieme una comunità. So che sistemare queste cose richiede più tempo di quanto vorremmo, ma vi prometto che lavoreremo per rendere un servizio migliore a tutti.”