Busto Arsizio, neonata affogata dentro il water: si indaga sulla madre

La giovane donna, di 21 anni, aveva inizialmente detto ai medici di aver avuto un aborto spontaneo. Dopo l’autopsia, gli inquirenti l’hanno messa in stato di fermo

18 Maggio 2014
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Avrebbe ucciso la piccola figlia appena nata. E, dopo essere riuscita, solo inizialmente, ad ingannare i medici, avrebbe anche progettato la fuga all’estero.

Ma la successiva autopsia avrebbe dimostrato come la morte della piccola non sarebbe stata naturale. La madre ventunenne, una ragazza di origini albanesi risiedente a Busto Arsizio, è stata fermata dalle Forze dell’Ordine. E si trova ora in stato di fermo nel carcere di Monza in attesa di essere sentita dal gip.

I fatti risalgono al 25 aprile, quando la neonata è stata ritrovata annegata nel water dell’abitazione.

La ragazza aveva raccontato di avere scoperto di essere incinta da pochi giorni. E che, la notte del 25 aprile, aveva avuto forti dolori al ventre, i quali avrebbero poi portato ad un aborto spontaneo con espulsione della figlia mentre si trovava sul water.

Dopo l’autopsia e le indagini sarebbe emerso che la neonata, partorita alla trentesima settimana di gestazione, era ancora viva e con una possibile aspettativa di vita, ma sarebbe morta per annegamento e probabilmente anche per alcune lesioni craniche.

Una delle ipotesi investigative, al vaglio degli inquirenti, è che la donna abbia assunto un farmaco per provocare delle forti contrazioni uterine.
E arrivare quindi all’espulsione del feto.

Sul caso stanno indagando i Carabinieri del nucleo operativo e radiomobile di Busto Arsizio guidati dal tenente Marco Tubiolo e coordinati dal Sostituto Procuratore Francesca Parola, con la collaborazione del medico legale Maria Luisa Pennuto, nel corso delle indagini sono state ascoltati numerosi testimoni ed intercettate decine di comunicazioni telefoniche.

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