Avrebbe ucciso la piccola figlia appena nata. E, dopo essere riuscita, solo inizialmente, ad ingannare i medici, avrebbe anche progettato la fuga all’estero.
Ma la successiva autopsia avrebbe dimostrato come la morte della piccola non sarebbe stata naturale. La madre ventunenne, una ragazza di origini albanesi risiedente a Busto Arsizio, è stata fermata dalle Forze dell’Ordine. E si trova ora in stato di fermo nel carcere di Monza in attesa di essere sentita dal gip.
I fatti risalgono al 25 aprile, quando la neonata è stata ritrovata annegata nel water dell’abitazione.
La ragazza aveva raccontato di avere scoperto di essere incinta da pochi giorni. E che, la notte del 25 aprile, aveva avuto forti dolori al ventre, i quali avrebbero poi portato ad un aborto spontaneo con espulsione della figlia mentre si trovava sul water.
Dopo l’autopsia e le indagini sarebbe emerso che la neonata, partorita alla trentesima settimana di gestazione, era ancora viva e con una possibile aspettativa di vita, ma sarebbe morta per annegamento e probabilmente anche per alcune lesioni craniche.
Una delle ipotesi investigative, al vaglio degli inquirenti, è che la donna abbia assunto un farmaco per provocare delle forti contrazioni uterine.
E arrivare quindi all’espulsione del feto.
Sul caso stanno indagando i Carabinieri del nucleo operativo e radiomobile di Busto Arsizio guidati dal tenente Marco Tubiolo e coordinati dal Sostituto Procuratore Francesca Parola, con la collaborazione del medico legale Maria Luisa Pennuto, nel corso delle indagini sono state ascoltati numerosi testimoni ed intercettate decine di comunicazioni telefoniche.