
Il rifugio per senzatetto deve funzionare anche quando non c’è l’emergenza freddo. Questa la posizione di Comunità Famigliare, che chiede all’amministrazione di Busto Arsizio di tenere aperta la struttura.
“All’inizio della settimana scorsa abbiamo scritto prima all’indirizzo mail personale e poi istituzionale dell’Assessore Mario Cislaghi – spiegano i responsabili dell’associazione – per conoscere esattamente quale fosse l’ultima parola sulla ventilata chiusura, al vicino 30 aprile prossimo venturo, del Rifugio delle persone senza tetto di piazza Volontari della Libertà a Busto Arsizio. Pretendiamo ci venga detta perché, se è vero che è terminata l’emergenza del freddo invernale da cui siamo usciti, non termina affatto l’emergenza vitale di chi non usufruisce di una sua dimora, non ce l’ha, ancora non l’avrà chissà per quanto…
Scrivevamo che “la solidarietà e l’assistenza non possono essere questioni di gradi centigradi, non possono venire gestite con il termometro nella mano. Molte fra le persone che nel rifugio trovano dimora hanno problemi di salute ed avrebbero bisogno di tutto fuorché di dormire sotto un ponte”…
La nostra posizione è la più comprensiva possibile ed è però netta, a richiedere che ci si dica “sì!” oppure “no, non chiuderemo quel Rifugio!”, rinunciando al politichese che non vogliamo comprendere e, francamente, non si capisce.
Questa esigenza di chiarezza è dovuta prima di tutto a quelle persone (non animali, né cose), che nel rifugio vedono la salvezza, seppur temporanea, nell’attesa di un futuro migliore e diverso, cui tutti siamo chiamati”.
E quindi una polemica per la mancata risposta. “Non ci ha risposto. Ora, a pochi giorni dall’ipotetico “tutti fuori!”, che diremo mentre dialoghiamo con i nostri concittadini in Stazione, con gli amici, i parenti? Li hanno presi in giro? No? Gliel’avevano detto, ora s’arrangino? Oppure ci domanderemo cosa vogliono di più? Cara grazia che si sono tenuti dentro finora, a sbafo?
Niente di tutto questo, noi non ci stiamo, non ragioniamo così. Vediamo prima col cuore ed anche col resto. Non costa letteralmente nulla lasciare la porta aperta al Rifugio, chiuderla al contrario costa sofferenza: noi non ci stiamo.
Assessore Cislaghi, ci risponda adesso, la preghiamo. Non macchiamoci, lei con noi, di disumanità”.